sabato 31 dicembre 2011

2012 is coming: have a Rockin' New Year!!!



Un augurio per un 2012 veramente rock'n'roll!!!

E buona lettura del nuovo numero di Blow Up, rinnovato non soltanto nella veste grafica, in cui vi racconto l'età d'oro (1979-1989) dell'Aussie-rock!

Yeah Up (Really Gonna Punch You Out)!!!

giovedì 29 dicembre 2011

BE-IN: tonight is the (third and last) night!


...e siamo arrivati alla chiusura col botto!

Il BE-IN,l'happening underground che ha rimesso Reggio Calabria sulla mappa del rock indipendente tricolore si conclude stasera (ore 22:30 - Vintage Music Club).

Dopo l’apertura sulle note del rock nord europeo dei Fjelds e l’atmosfera Sixties del secondo appuntamento con la psichedelia multicolore di The Out Key Hole, sul palco del Vintage saliranno i Soviet Soviet.

La band è l’espressione più alta della new wave italiana che è riuscita a conquistare l’estero: in Russia, Bulgaria e Romania, i Soviet Soviet sono star invitate dalle reti televisive nazionali.
In America, già con il primo singolo, hanno catturato i consensi di Pitchfork, la bibbia del rock indipendente mondiale. Attualmente sono in rotazione sulle frequenze dell’inglese BBC, che sta anticipando il loro prossimo tour nel Regno Unito.
E anche Simon Reynolds, tra i più influenti critici musicali contemporanei, li ha menzionati nel suo nuovo libro “Retromania”.
I Soviet Soviet suonano un’accezione più frenetica della cold wave che ha reso immortali i Joy Division. Con tre soli Ep all’attivo sono riusciti a rappresentare al meglio l’attitudine dell’urgenza italiana proiettata verso i confini stranieri.

Se siete a Reggio non mancate all'evento più "cool" dell'area dello Stretto.
E dopo il concerto la festa continua con vari DJ che si alterneranno alla consolle per tutta la notte.

Turn on, tune in, BE-IN!!!

domenica 25 dicembre 2011

PLAYLIST 2011: le migliori ristampe



1. NOT MOVING – Light/Dark: Singles, Ep and Early More 1981-1987 (Audioglobe Relics)
2. STEEPLEJACK - No One’s Land (Spit/Fire)
3. SICK ROSE – Shaking Street + Double Shot (Area Pirata)
4. RAMONES Live At German Television - The Musiklanden Recordings 1978 (Sireena)
5. BABY WOODROSE – Love Comes Down (Bad Afro)
5a. SCREAMING TRIBESMEN – Date With A Vampire (Grown Up Wrong!)

giovedì 22 dicembre 2011

PLAYLIST 2011




1. GIUDA - Racey Roller (Dead Beat)

2. MARIANNE FAITHFULL - Horses and High Heels (Naive)
3. THE SICK ROSE - No Need For Speed (Area Pirata)
4. LEADFINGER - We Make The Music (Bang!/Impedance)
5. ARCTIC MONKEYS - Suck It and See (Domino)
6. VINTAGE TROUBLE - The Bomb Shelter Sessions (Vintage Trouble)
7. HANNI EL KHATIB - Will The Guns Come Out (Innovative Leisure)
8. THE FLESHTONES - Brooklyn Sound Solution (Yep Roc)
9. NO STRANGE - Cristalli sognanti (Area Pirata/Psych Out)
10. GANG OF FOUR - Content (Gronland)
11. THE OUT KEY HOLE - Dreams In Waking State (Teen Sound)
12. THE CYNICS - Spinning Wheel Motel (Get Hip)
13. BEVIS FROND – The Leaving of London (Woronzow)
14. THEE OH SEES – Carrion Crawler/The Dream Ep (In The Red)
15. DOME LA MUERTE - Poems for Renegades (Japan Apart)
16. CLAUDIO ROCCHI & EFFERVESCENT ELEPHANTS - S/t (Psych Out)
17. MAURO ERMANNO GIOVANARDI - Ho sognato troppo l'altra notte? (Columbia)
18. WILCO - The Whole Love (Dbpm)
19. THE STRANGE FLOWERS – The Grace Of Losers (TSF)
20. SCREAMING TREES – Last Words – The Final Recordings (Sunyata)
21. THE BREAKERS – The Breakers (Wicked Cool)
22. PJ HARVEY - Let England Shake (Island)
23. BUFFALO TOM – Skins (Scrawny)
24. MEAT PUPPETS – Lollipop (Megaforce)
25. THE SPITS – The Spits V (In The Red)
26. THE FALL – Ersatz GB (Cherry Red)
27. PEAWEES – Leave It Behind (Wild Honey)
28. FLEET FOXES – Helplessness Blues (Bella Union)
29. DIRTBOMBS - Party Store (In The Red)
30. THE DRUMS – Portamento (Moshi Moshi)

Today is the (second) day: BE-IN!!!



Il (secondo) countdown è finito. Stasera ritorna il BE-IN.

Sempre al Vintage Music Club (via del Torrione, 89-91) e sempre alle 22:30.
Protagonista dell'happening di questa sera una band che fa della riscoperta del Sixties-sound la sua originale cifra stilistica: si chiamano The Out Key Hole, arrivano da Messina e la loro intrigante formula musicale ha ottenuto consensi in Italia e all’estero.

Sono di ritorno da una serie di date a Londra, dove tra il pubblico entusiasta che ha preso parte alle loro esibizioni c’era anche Tjinder Singh dei Cornershop, la band anglo-indiana che tutti ricordano per l’hit mondiale “Brimful of Asha”.

Con l’album d’esordio “Dreams In Waking State”, pubblicato qualche mese fa dalla Teen Sound, The Out Key Hole hanno colpito l’attenzione della critica specializzata, ottenendo recensioni più che lusinghiere sulle principali riviste musicali. Oltre all’appoggio incondizionato di James Lowe della leggendaria 60's band americana Electric Prunes che ha firmato le note di copertina del disco.

Alle prese con suoni e strumenti volutamente vintage, e con un light-show visionario, la formazione messinese accompagnerà il pubblico in un viaggio spazio-temporale nell’atmosfera magica del freakbeat psichedelico.
E per una notte il Vintage Music Club si trasformerà nell’Ufo Club di Londra, anno di grazia 1967.

Non mancate: turn on, tune in, BE-IN!!!

sabato 17 dicembre 2011

giovedì 15 dicembre 2011

BE-IN: today is the (first) day!!!!



Il countdown è finito! Stasera si parte con il BE-IN, l'happening underground che tre agitatori culturali (incluso il sottoscritto!) hanno organizzato a Reggio Calabria per tre giovedì consecutivi di dicembre: 15, 22 e 29.

Coordinate: Vintage Music Club, via del Torrione 89-91, ore 22,30.
Ingresso gratuito

Ma cos'è il BE-IN? E' una mini-rassegna dedicata alla musica “made in Italy” meno convenzionale. Ma è anche molto di più.
E' un happening underground, una festa che inizia con un live-show e prosegue con un DJ set.
E' il posto giusto in cui incontrarsi, condividere una serata assieme, vedere un concerto dal vivo, ballare (se si ha voglia), chiacchierare tranquillamente con un cocktail o una birra in mano.

Ma è anche un'occasione per rimettere Reggio Calabria sulla mappa della musica indipendente. Provando a farlo con stile.
A partire dalla grafica: l’artwork del BE-IN è opera di Paulette Du, una delle più apprezzate poster artist italiane che ha interpretato lo spirito dell’happening con il suo accattivante tratto rock’n’roll.

E poi anche con la scelta di un orario (22,30) che metta finalmente d'accordo tutti: chi al mattino dopo deve andare a scuola o al lavoro e chi può permettersi di tirar tardi ballando fino a notte fonda sulle selezioni dei DJ set after-show.

Vediamo ora chi sono i gruppi protagonisti di questo happening underground.

Aprono i reggini Fjelds (15 dicembre), un quartetto che si potrebbe musicalmente definire “ipnagogic folk” con un chiaro riferimento alla scena del Nord Europa e anche alla fase di veglia notturna che i brani richiamano.
Proprio in questi giorni la band sta registrando il proprio album d’esordio
composto da canzoni che saranno presentate in anteprima al BE-IN.

Di ritorno da una serie di date a Londra e artefici di uno dei dischi dell’anno, “Dreams In Waking State” su Teen Sound, la sera del 22 dicembre saranno di scena The Out Key Hole.
La visionaria formazione messinese, alle prese con suoni e strumenti volutamente vintage, accompagnerà il pubblico in un viaggio spazio-temporale nell’atmosfera magica del freakbeat psichedelico.

Chiusura affidata, il 29, ai Soviet Soviet, band cold-wave di Pesaro che - con tre dischi e innumerevoli live-show all’attivo - ha conquistato un posto d’onore nelle radio e nelle tv dell’est Europa, catturando encomi su Pitchfork (la bibbia dell’indie-rock mondiale), dalle frequenze della BBC, oltre che l’attenzione di Simon Reynolds, il più autorevole critico musicale contemporaneo.

Se siete a Reggio Calabria o nei paraggi il 15, 22, 29 dicembre...non mancate!

Turn on, tune in, BE-IN!!!


lunedì 12 dicembre 2011

Plutonium Baby/Margaret Doll Rod: a rock'n'roll feeling



Questo split sette pollici nasce da un'amicizia e dallo stesso rock'n'roll feeling che accomuna l'ex chitarrista ed esplosiva frontwoman delle Demolition Doll Rods e i Plutonium Baby, il nuovo progetto nato dalla fusione di due tra le più interessanti band italiane degli ultimi 10 anni: Motorama e Cactus.

Un'amicizia nata molti anni fa nei camerini del Circolo degli Artisti, durante uno show condiviso da Motorama e Demolition Doll Rods, e poi cementata nel corso del tempo con reciproche "guest appearances"...

La collaborazione sfocia adesso in questo bel singoletto pubblicato in Spagna dalla madrilena Ghost Highway. Un piccolo, prezioso, oggetto di culto stampato in edizione limitata di 340 copie, con due diverse copertine. Solo in 90 si trova il vinile trasparente e l'artwork di Paulette Du che vedete sopra...

Dopo diverse prove da solista francamente noiose, Margaret Doll Rod torna a colpire con due tracce di lo-fi rock'n'roll minimale e scarnificato. Bella la versione rallentata e obliqua, e perciò quasi irriconoscibile, di "Psycho" dei Sonics. Altrettanto intrigante "Oh Yeah" per sola chitarra, percussione e voce in cui rivive lo spirito iconoclasta che fu delle Demolition Doll Rods.

Una spanna superiori i due brani dei Plutonium Baby che in un colpo solo riescono a frullare tutta una serie di influenze e il sound dei due gruppi che li hanno generati. Così "Tokyo Lazy Lady" è un fluorescente esperimento che ti trasporta in una dimensione altra dove i confini di exotica, lounge, garage e wave si assottigliano fino a scomparire. Mentre la più abrasiva e programmatica "Plutonium Baby" mette insieme l'aggressivo rock'n'roll a bassa fedeltà delle Motorama e la wave genialmente cervellotica dei Cactus.
Attendiamo adesso il vinile lungo...nel frattempo, come ebbe a dire il mitico Robertò, "continuez de cette façon"!!!

domenica 11 dicembre 2011

Dieci anni senza Italo



Dieci anni fa se ne andava, silenziosamente, Italo Falcomatà.
Il sindaco della "primavera di Reggio".
Il sindaco del sorriso.
Il sindaco della gente.
Il sindaco che vedevi passeggiare per strada.
Il sindaco che amava profondamente la sua città.
Il sindaco che ascoltavi parlare senza retorica e che avvertivi non aveva altro interesse se non quello di Reggio.

Un sindaco che ha cambiato profondamente il volto di Reggio Calabria, ma non ha cambiato i reggini. Che, infatti, alle successive elezioni gli hanno voltato le spalle, tornando a votare a destra. Lasciandosi inebriare per un decennio dalle chiacchiere, dalla propaganda di bassa lega, dalla politica "panem et circenses", dai favori distributi a pioggia, del giovane rampante Scopelliti con il suo tanto decantato "modello Reggio": politica di immagine e non di sostanza, soldi pubblici sperperati, consulenze a go-go, infiltrazioni mafiose all'interno del Comune e delle sue società miste. Un verminaio.

Anche per questo la figura di Italo Falcomatà appare ancor più grande: un gigante della politica rispetto ai nani che governano la città e la Regione e, fino all'altro ieri, hanno governato il paese.
E anche per questo il vuoto lasciato dalla sua scomparsa rimane assolutamente incolmabile.

mercoledì 7 dicembre 2011

FUGAZI Live Series Online Archive




Una grande notizia per tutti coloro che hanno amato i Fugazi.

L'etichetta della band, la Dischord, ha annunciato una monumentale opera archivistica sull'attività live del quartetto chiamata "The Fugazi Live Series Online Archive".

Tra il 1987 e il 2003 Ian MacKaye, Joe Lally, Brendan Canty e Guy Picciotto hanno tenuto oltre 1.000 concerti in tutti e cinquanta gli Stati Uniti, ma anche in Europa, Australia, Sud America, Giappone e altri posti.
Di quei live-show più di 800 sono stati registrati dai fonici del gruppo, spesso su apparecchiature di alta qualità.

Adesso quell'enorme mole di materiale sonoro è resa diponibile al pubblico nella "The Fugazi Live Series", lanciata ufficialmente il primo dicembre.
Si tratta di un immenso archivio on-line in cui sono già disponibili non solo i 30 concerti già pubblicati su Cd, ma anche 100 registrazioni inedite di vecchi show.
E, un po' alla volta, saranno caricati sul sito tutti i live-gig dei Fugazi di cui esiste una testimonianza audio.

Entrando nel sito dell'archivio on-line, all'indirizzo http://www.dischord.com/fugazi_live_series per ogni concerto si trovano una serie di informazioni: dove e quando è stato tenuto, se è stato registrato o meno e se la registrazione è già disponibile.
Inoltre nella singola pagina di ogni evento, si possono trovare foto e flyers.

Nella filosofia di scambio alla pari tra pubblico e band, che ha sempre distinto lo spirito fieramente indipendente dei Fugazi, è possibile lasciare commenti, caricare foto e registrazioni amatoriali, e rendere ancora più ricco questo immenso archivio on-line.

Di ogni concerto si può ascoltare un estratto in streaming. Per il download integrale basta versare una piccola cifra: la band suggerisce il prezzo simbolico di 5 dollari.
Ma c'è anche l'opzione per lasciare un contributo libero, a partire da un dollaro.
Un po' come fecero i Radiohead per "In rainbows".

Personalmente non vedo l'ora che sia disponibile lo storico concerto che i Fugazi tennero al Porto di Catania il 18 giugno del 1995. Da tutta la Sicilia e dalla vicina Calabria arrivarono 5000 persone per uno show incredibile, trasmesso in diretta radiofonica dalla Rai.
In quell'occasione conobbi la band e, con un traduttore d'eccezione come Cesare Basile, intervistai i Fugazi per un articolo poi pubblicato su Freak Out.

Una di quelle giornate che non si dimenticano. Soprattutto se hai 23 anni.

lunedì 5 dicembre 2011

TALES FROM OZ # 10 (Screaming Tribesmen, Stems, Deniz Tek, Hitmen)


Su FREAK OUT potete finalmente leggere la decima puntata di TALES FROM OZ, la mia rubrica dedicata al rock australiano.

In questo "numero" si parla delle più recenti ristampe dedicate a Screaming Tribesmen, Stems, Deniz Tek, Hitmen.

Per leggere la rubrica cliccate qui

domenica 20 novembre 2011

THE SICK ROSE - "No Need For Speed"



Cinque anni. Tanto è servito a una della più leggendarie formazioni del nostro underground per pubblicare un nuovo disco.
Del resto, come afferma apertamente il titolo, i Sick Rose del 2011 non hanno più bisogno di correre. Le tappe le hanno già bruciate negli anni Ottanta quando erano una delle garage-band più importanti del pianeta.
Se non per l’identica passione e l’immutata attitudine rock’n’roll, di “quei” Sick Rose oggi non c’è più traccia. Se avete amato la devastante garage band “texana” di “Faces” o il vibrante combo rock’n’roll alla Flamin’ Groovies/Real Kids sui solchi di “Shaking Street”, adesso dovete aggiornare il vostro vocabolario. E passare alla voce power-pop.
Quella fantastica miscela musicale in grado di mettere assieme melodie adolescenziali e riff a presa immediata. Canzoni che ti restano in testa al primo ascolto, come hanno insegnato a più di una generazione band indimenticabili quali Nerves, Beat, Plimsouls, Knack, DM3.

Già con “Blastin’ Out” del 2006, la formazione torinese aveva messo a segno una prova esemplare che virava decisamente verso questi lidi. Ma è con “No Need For Speed”, appena pubblicato da Area Pirata, che i Sick Rose firmano un capolavoro del genere.
“11 fresh pop remedies to reduce stress in everyday life”, si legge in copertina. Ed è proprio questo l’effetto immediato che procura l’ascolto del disco: senza neanche accorgersene ci si ritrova a battere il tempo, a canticchiare i ritornelli, a provare una sensazione di leggerezza e felicità.
Prima di premere “play” o rimettere la puntina sul vinile una volta ancora.

A questo risultato ha contribuito, col suo tocco magico, una leggenda del power-pop e del garage australiano come Dom Mariani che ha dato all’album un sound ricco e cristallino, mentre i Sick Rose hanno esaltato il loro songwriting e affinato la loro formula musicale per regalarci undici perle divise tra originali di grande spessore, due belle cover (“Magic Teacher” dei Dixies, “Drop By And Stay” dei Piper di Billy Squier) e due brani presi in prestito da Dom (“Take It All Back” e “Before You Go”).
Lo spettro sonoro del power-pop viene esplorato per intero da Luca Re (voce), Valter Bruno (basso), George Abà (batteria), Diego Mese e Giorgio Cappellaro (chitarre).

Brani grintosi come “Action Reaction” e “All Wrong” cedono il passo a ballate nostalgiche (“Pathetic Girl”, la conclusiva “After All It Was You”), episodi che si aprono come un arcobaleno (“The Life”) si alternano a potenziali hit come “Putting Me Down” e quella “Before You Go” già divenuta un piccolo culto underground grazie anche a un video azzeccatissimo.

La cifra del nuovo album dei Sick Rose sta tutta qui: in un disco di belle canzoni cesellate alla perfezione tra chitarre pulitissime, cori impeccabili, una solida sezione ritmica e la voce di Luca Re che sembra non aver mai cantato meglio. Aggiungete il tocco di stile conclusivo, il foglio interno a mo’ di fanzine dall’ironico titolo di “Melody Faker”, e avrete per le mani uno dei dischi più belli dell’anno.

venerdì 11 novembre 2011

Il ritorno dei NO STRANGE: turn on, tune in, drop out!!!i



Era da un tempo lontano, quasi tre lustri, che si erano perse le tracce dei No Strange.
Esattamente dal 1998 quando, dopo diverse stagioni di silenzio, vide la luce un mini-Cd intitolato "Medusa". Poi fu di nuovo silenzio.
Ora una delle formazioni più oscure e misteriose dell’underground italiano è tornata a far parlare di sé. Salvatore “Ursus” D’Urso e Alberto Ezzu hanno ricostituito la creatura con la quale durante la felice stagione neo-Sixties avevano realizzato alcune pietre miliari della psichedelia tricolore: gli album "No Strange" (conosciuto anche come "Trasparenze e suoni",1985), "L’Universo" (1987) e "Flora di Romi" (1991), oltre al sette pollici "White Bird/Fiori Risplendenti" (1986).

Un nuovo gruppo, questa volta con una line-up completa e allargata, poi l’impegno di riprendere i vecchi brani e di crearne di nuovi, infine una breve striscia di concerti assai apprezzati dal pubblico.
E adesso finalmente è giunto il momento di ascoltare il nuovissimo "Cristalli sognanti" (Area Pirata/Psych Out), un lavoro che si ricongiunge idealmente con le precedenti prove della leggendaria formazione torinese.
Un disco che riparte laddove i No Strange avevano interrotto il loro affascinante percorso artistico e che apre nuove porte per inoltrarsi in caleidoscopici territori sonori.

Psichedelia, si dirà. Musica per esplorare le infinite possibilità della nostra mente immaginifica. Musica per viaggiare.
Il sound dei No Strange assume, come sempre, dei contorni personali in cui i vari riferimenti musicali a scene e situazioni del passato - la psichedelia italiana dei primi anni Settanta, i “corrieri cosmici” tedeschi, l’attrazione per l’Oriente – si fondono per creare una miscela dal fascino assolutamente peculiare.

Più che un disco comunemente inteso, "Cristalli sognanti" è un viaggio in cui lasciarsi trasportare: dalla dolcezza rarefatta di Aria alla (quasi) strumentale Sulle onde.
In mezzo ci si trova di fronte a esplosioni cromatiche (Riscopro i colori), progressioni lisergiche (Il sudore dei pianeti), ipnotici mantra musicali (Respirare il mare), episodi strumentali misticheggianti (la splendida Orion Smile, la più inquieta Quando scendemmo dalle piante), momenti di pura poesia e meditazione (la title-track, Il colore sognava) alternati a sprazzi di abbagliante energia solare (Echidna).

E allora non resta che attenersi fedelmente alle “istruzioni per l’uso”: spegnere la luce, chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare in una dimensione altra dai “Cristalli Sognanti” dei No Strange.

Il Cd digipack è pubblicato da Area Pirata: www.areapirata.com
Il vinile in edizione limitata 500 copie è pubblicato da Psych Out: www.psychout.it

giovedì 10 novembre 2011

Niente da festeggiare



Due giorni dopo la certificazione che il governo Berlusconi non ha più la maggioranza, non ci sono bottiglie di champagne da stappare.
Lo scenario è da incubo.
A parte il rischio di default, con la speculazione finanziaria internazionale che ha fatto salire lo spread con i titoli tedeschi a cifre record (e peggiorato i nostri conti settimana dopo settimana), la realtà politica non lascia spazio all'ottimismo.

Dopo il voto sulla legge di Stabilità, Berlusconi salirà al Colle e si dimetterà.
Due sono le soluzioni della crisi. Entrambe inquietanti.

La prima è il governo Monti. Un governo di unità nazionale presieduto dall'economista ed ex commissario europeo e sostenuto dal Pd, da una parte del Pdl, dal Terzo Polo.
Con la Lega e l'Idv all'opposizione.
Un governo "tecnico" con il compito di svolgere il tema dettato da Bruxelles.
Vale a dire una ricetta lacrime e sangue, di tagli allo stato sociale e alle pensioni, in cui ancora una volta a pagare saranno le classi meno abbienti, mentre evasione, sprechi, privilegi, posizioni dominati, resteranno impuniti.
Un governo che, essendo espressione delle politiche neo-liberiste dell'Unione, andrà in direzione dei tagli lineari al welfare e non offrirà alcuna risposta, se non peggiorativa, agli enormi problemi della disoccupazione e della precarietà (del lavoro e della vita) che invece dovrebbero essere in cima alla lista delle priorità.

La seconda ipotesi è quella delle elezioni.
La soluzione migliore se si fosse fatta una nuova legge elettorale con il compito di restituire il diritto di voto ai cittadini.
Se invece si andrà alle urne, lo si farà con il famigerato Porcellum: e allora, saranno ancora una volta le segreterie dei partiti a determinare gli eletti, o per meglio dire i nominati, in Parlamento.
Non i cittadini, privati dal sistema delle liste bloccate delle possibilità di scelta del proprio candidato.
Quindi non ci sarà alcuna selezione del personale politico con il risultato che abbiamo avuto modo di vedere nella legislatura che volge al termine: mogli, fratelli, cugini, compari, mignotte, inquisiti, indagati, mafiosi veri o presunti.
Camera e Senato saranno ancora una volta composti da "yes-men" alle dipendenze dei partiti, non "senza vincolo di mandato" come recita l'articolo 67 della Costituzione, ma vincolati all'uomo forte del proprio partito che li ha messi in lista.

Qualunque sia la via d'uscita della crisi, tempi duri attendono i cittadini comuni.
I soliti noti (parlamentari, borghesi, lobbisti, evasori, criminali) la sfangheranno.
Come sempre.

domenica 30 ottobre 2011

RAMONES Live at German Television 1978




A volte bisogna ripeterselo quanto grandi siano stati i RAMONES.

Se, presi dai mille impegni di tutti giorni, ce lo fossimo dimenticati, arriva adesso un bellissimo Dvd + Cd a ricordarcelo: "RAMONES Live At German Television - The MUSIKLADEN Recordings 1978".

E' la registrazione integrale del concerto che i quattro punk di Forest Hills tennero negli studi di Radio Bremen in Germania il 13 settembre 1978. Un documento storico.
Si tratta infatti della prima apparizione assoluta dei Ramones in una TV europea, per il programma giovanile (di grande successo) "Musiklanden".

In meno di 50 minuti Joey, Johnny, Dee Dee e Marky colpirono al cuore gli entusiasti spettatori presenti in studio con 25 canzoni sparate alla velocità della luce.

E' il momento magico dei Ramones che in poco meno di due anni hanno già pubblicato tre album, i dirompenti "Ramones", "Leave Home" e "Rocket To Russia", e che esattamente nove giorni dopo lanceranno sul mercato il loro quaro spettacolare LP, "Road To Ruin".

Scaletta perfetta, una band che funziona a pieni giri come il motore rodato di un bolide hot rod, canzoni che lasciano il segno nella loro adolescenziale (e immortale) bellezza.

Un Dvd splendido. E, se non bastasse, c'è anche il Cd con la stessa identica registrazione, che per giorni non sono riuscito a togliere dal Cd-player della macchina!
Piacere puro al 100%.

Gabba Gabba Hey!

venerdì 28 ottobre 2011

Leadfinger - Fourteen (official video)



Il video ufficiale di "Fourteen", uno dei brani di
"We Make The Music", il terzo album di Leadfinger pubblicato quest'anno da Impedance in CD (in Australia) e da Bang! in vinile (per l'Europa).

Uno dei miei dischi dell'anno e uno dei musicisti che più amo da almeno tre lustri.

Recensione estesa su Blow Up di novembre, in edicola tra qualche giorno.

giovedì 27 ottobre 2011

PORT OF SOULS - The Life and The Damage Done




Quando mi arriva un dischetto nero di vinile formato sette pollici, la cosa basta a mettermi di buon umore per almeno una mattinata. Perchè dimostra che, nonostante l'ormai definitiva vittoria della musica impalpabile e digitale, esistono ancora sacche di resistenza (come la Bad Man, www.badman.it) che preferiscono ancora la vecchia fabbrica di dischi con i buchi e si rivolgono ad altri carbonari, come il sottoscritto, che usano vecchi apparecchi fonografici del secolo scorso per ascoltare il rocchenroll!

Poche cose nella vita ti danno più piacere di ricevere un disco per posta, aprire il pacco, sfilare il vinile dalla copertina, piazzarlo sul piatto, pulirlo con la spazzolina al carbonio e girare il selettore su 33 o 45 giri.
E, dopo avere completato il rito sacro, alzare il volume a go-go!

Se poi sui solchi del vinile sono impressi brani di rock'n'roll urticante e sguaiato come quello dei Port of Souls meglio ancora. Basta un'occhiata al mutante raffigurato sulla copertina per capire cosa ci attende nei prossimi minuti: la maglietta che indossa, degli indimenticabili Gun Club, e il logo dei Black Flag tatuato sul braccio destro, sono già un buon biglietto da visita.

E così "Mutant Tonight" e le ancora più nervose "Lick My Pick" e "Skinning Little Humans" (sulla flipside) colpiscono nel segno per la loro miscela di rock'n'roll in bassa fedeltà, deviato verso il punk più ubriaco e molesto.
Musica scritta, suonata e vissuta nei sotterranei.
Dedicata ai veri e mai celebrati eroi del rock'n'roll (like you): never in the spotlight, always in the fight!

mercoledì 26 ottobre 2011

In città c'è qualcuno che non dimentica



Sono passati 41 lunghi anni, non è mai stata fatta luce su un atroce delitto che nel settembre del 1970 costò la vita a cinque ragazzi. Cinque anarchici. Che avevano scoperto molte cose sulle trame eversive (servizi deviati, massoneria, 'ndrangheta ed estrema destra) che covavano in Italia in quegli anni e che avevano trovato un laboratorio fertile nella Rivolta di Reggio.

Eppure, dopo 41 anni, in città c'è ancora qualcuno che non dimentica...

(Per saperne di più su Gianni Aricò, Angelo Casile, Franco Scordo, Annalise Borth e Luigi Lo Celso ricordo l'indispensabile volume di Fabio Cuzzola "Cinque anarchici del Sud")

martedì 18 ottobre 2011

SICK ROSE Before you go (official video)

In attesa di "No Need For Speed", il sesto studio album dei SICK ROSE prodotto da Dom Mariani (Stems, Someloves, DM3), in uscita a giorni per Area Pirata, ecco il video ufficiale di "Before You Go".

Una meraviglia power-pop e un video che spacca...

Enjoy it!!!

lunedì 17 ottobre 2011

A mente fredda



Due giorni dopo la manifestazione di Roma, forse è il caso di tornare a ragionare su quello che è successo e trarre alcune considerazioni. A mente fredda.


I black bloc e l'intelligence

Gli incappucciati con le felpe nere e i caschi in testa non hanno preso in ostaggio solo una piazza, ma una moltitudine di persone, 200mila circa, che stavano manifestando la loro indignazione contro un sistema economico e sociale palesemente ingiusto. Che ha creato la crisi economica e che, adesso, ne fa pagare il prezzo più alto alle persone comuni.
Le vere vittime dei black bloc sono i cittadini che volevamo manifestare pacificamente.
Vittime della violenza di strada e vittime di una mancata prevenzione e gestione della piazza.
Da due giorni ho una domanda che mi frulla, insistente, in testa: ma i nostri servizi di intelligence, i famigerati servizi segreti italiani, sempre in prima linea nelle stragi di Stato e nei successivi depistaggi, non sapevano nulla dell'onda nera che stava per arrivare a Roma?
Le risposte sono due. Entrambe inquietanti.
Se lo sapevano, perchè non sono intervenuti in tempo, intercettando teppisti e armi?
Se non lo sapevano, che ci stanno a fare? E perchè non sono cadute subito delle teste, a partire dai responsabili dell'Aisi (ex Sisde), prefetto e questore di Roma?

Il ruolo dei media
I media italiani, nessuno escluso, hanno cavalcato l'onda della guerriglia urbana.
Di fatto togliendo la voce al 99% delle persone arrivate a Roma da ogni dove e ignorando i temi all'ordine del giorno. La cronaca delle violenze a via Labicana e a piazza San Giovanni ha oscurato la notizia vera: che il movimento degli indignati è non violento, che sono stati i manifestanti ad allontanare dal corteo i black bloc.
Ma, il giorno dopo, il precariato, una vita senza futuro e senza speranza per due generazioni, lo smantellamento programmato del welfare, erano spariti da televisioni e giornali. Tutti intenti a parlare della violenza di strada.
Il giornalismo italiano ha perso un'occasione per guardare oltre il dito. E raccontare la realtà nelle sue mille sfaccetture, nella sua complessità: si è fatta una semplificazione inutile e grossolana, tralasciando la notizia vera.


La politica
La classe dirigente italiana, di destra e di sinistra, ha mostrato ancora una volta la sua inadeguatezza, la sua congenita incapacità a leggere cosa accade nella società italiana del 2011. Tutte le dichiarazioni degli esponenti di partito condannavano la violenza della minoranza dei black bloc. Nessuno, o quasi, ha parlato delle ragioni che hanno spinto 200mila persone a darsi appuntamento a Roma per manifestare pacificamente.
A parte Nichi Vendola, che ha correttamente parlato di due manifestazioni, paradossalmente le parole più sensate sono arrivate da Alemanno e Maroni. Che hanno detto chiaramente che i manifestanti, le associazioni e i partiti di sinistra nulla c'entravano con i teppisti organizzati che hanno messo a ferro e fuoco la città. E da Letta (Pd) che ha chiesto che non venissero dimenticate le ragioni di chi protesta.
Ma la maggior parte non ha saputo andare oltre le dichiarazioni di rito contro la violenza o, peggio ancora, c'è stato chi (vedi Larussa o Gasparri) ha tentato di gettare benzina sul fuoco e strumentalizzare l'accaduto. Seguito a ruota dalla stampa di regime: il Giornale, Libero e la Padania.

°°°
Post scriptum: tra i tanti commenti a caldo raccolti da SkyTG24 mi ha colpito quello di una distinta signora di mezza età che ha dichiarato che la vera violenza è quella del governo che, ai tempi della crisi, regala posti di viceministro e sottosegretario a chi ha venduto il suo voto di fiducia...


(foto di Nello Nobile. Thanks)

sabato 24 settembre 2011

I vent'anni di "Nevermind"




24 settembre 1991. Negli Stati Uniti esce "Nevermind", il secondo album dei Nirvana.
Il primo per la major Geffen.
Un disco esplosivo e melodico al tempo stesso: la triade iniziale "Smells Like Teen Spirit", "In Bloom", "Come As You Are" è da ko.
Meno masticabili dal grande pubblico le altre canzoni. Eppure il miracolo si compie.
L'album del trio di Seattle - Kurt Cobain, Kris Novoselic, Dave Grohl - conquista le classifiche e vende (nel corso degli anni) qualcosa come trenta milioni di copie.
I Nirvana, da gruppo underground, diventano nel giro di poche settimane delle rock star, l'industria discografica fiuta l'affare e si butta a pesce su tutte le band del cosiddetto movimento grunge strappandole a forza di contratti remunerativi alle etichette indipendenti che fino allora le avevano sostenute.
Fino a raschiare il fondo del barile, alla ricerca dell'ennesimo gruppetto che porti in dote l'ennesima hit.

Il 24 settembre 1991 segna uno spartiacque nella storia della musica rock.
Da quella data nulla sarà come prima.
Il termine "indie" che indicava i gruppi e le etichette indipendenti, e con loro tutto un universo, una scena di persone alternative al sistema ufficiale, inizierà a perdere di valore.
Alla connotazione etica ne subentrerà una meramente estetica: oggi non si parla più di indie-band per indicare gruppi che incidono per etichette indipendenti e che hanno una visione alternativa al corporate-rock. Si parla di gruppi indie SOLO per indicare quelle band che hanno un suono "alternativo" al pop da classifica.

La fine dell'universo indipendente, di una scena forte e consolidata, con i suoi gruppi, le sue piccole/grandi case discografiche (cito solo le tre più importanti e influenti negli States: Sub Pop, SST, Dischord), i suoi club, i negozi di dischi, i suoi abituali luoghi di ritrovo, inizia proprio con l'uscita di "Nevermind".

Kurt Cobain non ce la farà a reggere il peso di quella pressione, di quel ruolo non cercato di rockstar, di quell'immensa insopportabile pressione mediatica.
E appena tre anni dopo si toglierà la vita.

"Nevermind" rimarrà un disco epocale. Nel bene e nel male.

mercoledì 21 settembre 2011

Retromania



Tutti ne parlano, tutti lo citano, in molti stanno affollando gli incontri con l'autore divenuti un appuntamento mondano: "Retromania", il nuovo saggio di Simon Reynolds, pubblicato in Italia da ISBN (pag. 480, € 26,90), è il nuovo caso editoriale dell'anno. Almeno per quanto riguarda la critica musicale.

Non appena lo avrò terminato vi dirò esattamente cosa ne penso. In ogni caso Reynolds, che guarda la realtà da una prospettiva privilegiata: il centro e non la periferia dell'impero, dimostra ancora una volta di essere un fotografo lucido dei tempi in cui viviamo
Perchè sono vere le premesse da cui parte: mai come in questi anni l'arte ha guardato al passato (anche prossimo) e non al futuro.
Sarà mai perchè il presente ci deprime?

venerdì 16 settembre 2011

Diario 2004 - 2007



Una selezione dei miei pezzi apparsi su DIARIO dal 2004 al 2007 è ora disponibile qui

http://dust.it/autore-diario/roberto-calabro/

Per chi scrive, il "Diario" diretto da Enrico Deaglio è stato una palestra di giornalismo di assoluto spessore. L'unico settimanale in grado di parlare dell'"altra" Italia e dell'"altro" mondo, con notizie e reportage che molto difficilmente avreste potuto leggere altrove.

Un'esperienza durata 11 anni e finita quasi all'improvviso lasciando un buco enorme nell'informazione italiana.

martedì 6 settembre 2011

Settembre, si ricomincia...



Settembre, si ricomincia.

L'estate è stata prodiga di belle letture, dischi nuovi e ristampe da non perdere, idee folli e progetti da mettere in cantiere. Vediamo un po'.

NOT MOVING - Light/Dark: Singles, Eps and Early More 1981 - 1987
Ristampa dell'anno. Il meglio dei Not Moving è sempre stato sul piccolo formato, sui singoli e sugli EP. Più che "Sinnermen", ho sempre amato alla follia "Black'n'Wild" e "Jesus Loves His Children" e, da quando Area Pirata lo ha stampato, l'album fantasma "Land Of Nothing".
Nessun gruppo nell'Italia degli anni Ottanta era riuscito a far tanto: a mischiare nello stesso calderone sonoro garage, punk, psychobilly, blues, psichedelia.
Nuns e Gun Club, Cramps e Robert Johnson.
Il vertice della produzione della leggendaria band piacentina è racchiusa in queste 31 tracce che contengono anche i primi due singoli e il primo introvabile demo.
Energia oscura che esplode dai solchi digitali di questa raccolta assolutamente imperdibile.



BABY WOODROSE
Sono il gruppo psichedelico che più ho amato e seguito negli ultimi 10 anni.
Non hanno mai, o quasi mai, sbagliato un colpo. La loro storica etichetta Bad Afro adesso celebra il decennale di attività della band/progetto di Lorenzo Woodrose con due ristampe che escono a pochi mesi l'una dall'altra.
La prima si intitola "Mindblowing Seeds and Disconnected Flowers" e contiene i demo di 15 brani (con alcune esclusioni e diverse outtakes esplosive) che finirono nel debut-album "Blows Your Mind". (Qui la recensione su Freak Out).
La seconda è un must assoluto. Vale a dire "Love Comes Down", l'unico album dei Baby Woodrose a non essere stato pubblicato dalla Bad Afro (uscì per il marchio Spinello/Playground nel 2006). Per me si tratta in assoluto del disco migliore della band di Copenhagen assieme a "Money For Soul".
Un meraviglioso mix di psichedelia dalle tinte forti, garage color porpora e ballate influenzate dal folk-rock alla Love. Se lo avete perso all'epoca, non mancate di recuperare adesso. Esce a metà ottobre.
Qui la recensione che scrissi per Freak Out cinque anni fa.




CLAUDIO ROCCHI & EFFERVESCENT ELEPHANTS

Un regalo davvero inaspettato. L'incontro magico-misterico tra il mago della folkedelia italiana degli anni Settanta (ricordate "Volo Magico n.1"?) e una delle band protagoniste della scena neo-Sixties degli anni Ottanta: Claudio Rocchi ed Effervescent Elephants.
Insieme per firmare un piccolo gioiello underground "out of time".
Volutamente lontano da questi tempi frenetici e decadenti. Con un orecchio posato sul cuore e la mente rivolta ad Oriente. Suoni lisergici come non ne ascoltavamo da tempo.
Firma il tutto la piccola brillante Psych Out di Cosimino Pecere.



WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS

E sempre Vico Ellena degli Effervescent Elephants, instancabile musico e vulcano di idee, ne ha tirata fuori una delle sue: una raccolta in cui i gruppi della stagione di Eighties Colours ancora in attività rifanno un brano storico di un'altra band dello stesso periodo. Le adesioni al progetto stanno fioccando. Hanno già aderito Effervescent Elephants, No-Strange, Avvoltoi, Vegetable Men, The Act, Lager, Double Deck Five, Impulsive Youth e si attendono altre adesioni/conferme... Stay tuned!

LEADFINGER - We Make The Music

Dall'Australia con furore. Il mio amico Stew "Leadfinger" Cunningham non ce la fa proprio a stare con le mani in mano. E dopo aver messo in archivio le esperienze con Proton Energy Pills, Brother Brick, Asteroid B-612, Challenger 7, Yes-Men - ovvero con il meglio dell'Aussie-rock degli ultimi 20 anni - adesso ci riprova con una band che porta il suo nome.
"We Make The Music" è il terzo album a nome Leadfinger, dopo un primo da solista e "Rich Kids" con una band vera e propria. L'esperienza in gruppo prosegue con questo disco che esce in due edizioni con scalette diverse: in Australia in CD (via Impedance), in Europa su vinile (via Bang!). Restano comunque un pugno di belle canzoni perennemente in bilico tra un rock'n'roll classico di stampo americano e uno sprazzo dell'hi-energy dei tempi migliori.



CYNICS - Spinning Wheeel Motel
Piacevolissimo ritorno quello dei Cynics, leggenda garage di fine anni Ottanta.
Erano quattro stagioni che la band guidata da Gregg Kostelich e Michael Kastelich rimaneva silenziosa sul versante discografico, sebbene fosse attivissima su quello live.
Con "Spinning Wheel Motel" i Cynics ritornano a far parlare di sé con una raccolta di canzoni che bene fotografa la maturità di una band che ha saputo raffinare il suo grintosissimo garage-sound con dosi massicce di folk rock e psichedelia a tinte tenui. Non è il loro capolavoro (che per me rimane "Rock'n'Roll" del 1990), ma pur sempre un disco gradevolissimo da ascoltare.
La versione in vinile, poi, con copertina apribile e vera ruota della fortuna è una chicca for vynil lovers only!



THE OUT KEY HOLE
Una rivelazione. Sebbene siano una formazione storica dell'underground messinese, in attività da quasi due decenni, gli Out Key Hole giungono solo ora al debut-album com "Dreams In Waking State" (Teen Sound). Un disco sorprendente e ispirato: psichedelia obliqua, realizzata per stratificazione, con citazioni mischiate a una notevole dose di personalità. Chitarre trabordanti di fuzz, organi vintage e una voce che arriva direttamente "back from the grave".
Adesso attendo solo di vederli dal vivo!



NICK KENT Apathy For The Devil

Erano mesi e mesi che volevo segnalarvi questo libro che per me resta una delle letture più spassose del 2011. Molti di voi forse conosceranno Nick Kent come uno dei giornalisti rock più famosi (assieme a Lester Bangs), firma di punta di NME negli anni 70.
Leggendo queste pagine scoprirete anche che il dinoccolato e diafano scriba britannico è stato, tra le altre cose, membro della primissima formazione dei Sex Pistols, fidanzato di Chrissie Hynde (quando ancora non la conosceva nessuno), compagno di bisbocce di Iggy Pop, degli Stones e dei Led Zeppelin. Questo "memoir", ironico e disincantato, degli anni Settanta è un viaggio dentro un decennio di eccessi e di grande rock'n'roll. Con una descrizione impietosa di cosa significhi essere un junkie con una sola cosa in testa (la roba). Nick Kent è sopravvissuto ed è qui per raccontarcelo. In un volume pazzesco che ti trascina via con la stessa forza di un ottovolante.
(PS= una doverosa menzione per Carlo Bordone: finalmente un libro rock con un'eccellente traduzione in italiano. Era ora, cazzo!)

mercoledì 10 agosto 2011

"Last words", il nuovo album degli SCREAMING TREES



L'ultimo loro album in studio porta la data del 1996. Si intitolava "Dust" e chiudeva (allora si credeva solo temporaneamente) l'avventura di una delle più grandi formazioni rock psichedeliche nate a cavallo tra anni 80 e 90.

Adesso a 15 anni da quell'ultimo splendido tassello discografico, gli SCREAMING TREES pubblicano un altro LP.

Non si tratta però nè di una reunion nè di un album nuovo di zecca, ma delle registrazioni che la band di Ellensburg aveva effettuato prima dello scioglimento. Lo scorso inverno il batterista Barrett Martin e lo storico produttore della scena grunge (a cui spesso i Trees vennero accostati, per via delle provenienza geografica) Jack Endino hanno ritrovato i nastri originali di quelle session e deciso di lavorarci su.

Alla fine hanno tirato fuori 10 canzoni che rappresentano il testamento artistico di un gruppo favoloso che ha saputo unire potenza, lirismo, visioni acide/lisergiche e una voce straordinaria. Quella di Mark Lanegan che negli anni successivi allo scioglimento della band è divenuto una delle voci soliste più intense e drammaticamente espressive del rock mondiale. Con una sfilza di album mai meno che eccellenti e di collaborazioni di grande spessore, dai Queens Of The Stone Age, ad Isobel Campbell dei Belle & Sebastian (con cui ha firmato 3 LP), da Greg Dulli degli Afgan Wighs (con i Gutter Twins) ai Soulsavers.



Il nuovo album degli Screaming Trees si intitola "Last Words: The Final Recordings" ed è stato pubblicato il 2 agosto, in formato digitale, dall'etichetta personale di Barrett Martin, Sunyata Music. Seguiranno l'edizione in vinile e CD.
Non sono poche le sorprese disseminate lungo le tracce del disco. Tra queste la presenza di ospiti speciali come Peter Buck dei R.E.M., alle prese con la chitarra acustica e una dodici corde elettrica, e Josh Homme dei Queen Of The Stone Age alla chitarra ritmica.
Un regalo inaspettato di questa strana estate 2011.

sabato 30 luglio 2011

Addio Ciccio!



La notizia è giunta improvvisa ieri sera e mi ha colpito come un pugno allo stomaco: è morto Ciccio Svelo.

Avvocato, conduttore radiofonico e agitatore culturale, Ciccio Svelo era molto conosciuto in città.
Ci conoscevamo da oltre 20 anni e anche se da molto i nostri percorsi umani e professionali ci avevano allontanati c'era stato un tempo nelle nostre vite in cui eravamo grandi amici.

Io avevo poco meno di 20 anni, lui 26/27.

Trasmetteva a Radio Touring 104 e io ero tra gli avidi ascoltatori del suo programma "Frontiere".

Ciccio Svelo è stato importante negli anni della mia formazione musicale.
Era un conduttore radiofonico appassionato e preciso, ogni trasmissione era preparata con cura e dedizione.

Ricordo le telefonate quotidiane, ogni pomeriggio alle 14 (puntuali), per parlare di musica, delle nuove uscite, delle etichette indipendenti, dei nuovi promo che ci erano arrivati (a lui per la radio, a me per "Urlo" e per le svariate fanzine per le quali scrivevo all'epoca), della scaletta del programma che stava preparando.
Idee, consigli, suggerimenti, opinioni.

In quegli anni di formazione, Ciccio è stato per me una guida. Una sorta di Virgilio che mi ha condotto nell'universo della radiofonia indipendente che a Reggio Calabria, a cavallo tra la fine degli anni 80 e i primi 90, aveva un solo nome: I Sotterranei.

Il palinsesto notturno di Radio Touring da fare invidia, per varietà e qualità dei programmi, a Radio Rai.
Un gruppo di persone che per un periodo breve ma intenso decise anche di cimentarsi nell'organizzazione di concerti underground in città.

Devo a loro, ai "Sotterranei" (e a Ciccio in particolare), la mia "affiliazione" al mondo della radio e la frequentazione degli ambienti underground.
Ricordo i concerti degli Overlord di Roma (con gli Stoned di Polistena come gruppo spalla), dei Views di Brescia e, più avanti, degli Uzeda.
E ancora quelli a cui non partecipai: i Wilderness Underground, gli Sleeping Dogs Wake...

Fui tra i pochi amici eletti a partecipare al suo matrimonio, la cui rottura - qualche anno dopo - lo portò ad un periodo di isolamento, quasi da eremita.

Da allora entrare "in contatto" con lui mi è sempre stato difficile. Anche in anni recenti, in cui era impegnato in mille battaglie (dal movimento No Ponte alla difesa dei migranti) e nuovi progetti radiofonici sul web, ci vedevamo poco e parlavamo ancora di meno.

Ma Ciccio rimane una delle persone con cui ho condiviso una parte importante della Strada...
E lo voglio ricordare con affetto, sperando che la terra o le acque dello Stretto che tanto amava lo accolgano con un sorriso.

Adiòs amigo!

giovedì 7 luglio 2011

Dalla Danimarca il caldo rock'n'soul di THE BREAKERS




Di loro Little Steven dice: “Con una sezione ritmica alla Stax, chitarre stonesiane e una tra le voci più soul che io abbia mai sentito ci regalano canzoni di cui Smokey Robinson e Van Morrison andrebbero fieri”.

Un giudizio così lusinghiero ha portato il chitarrista di Springsteen (o il Silvio Dante dei “Sopranos”, se preferite) prima a mandare ripetutamente in onda i brani di The Breakers nel suo programma radio “Underground Garage” e poi ad ingaggiare la band di Copenhagen per la sua etichetta Wicked Cool.

E’ così che il gruppo danese giunge al terzo album, dopo “What I Want” (2004) e “Here For A Laugh” (2006). Un disco in cui Little Steven mette lo zampino producendolo e co-firmando sette dei dodici brani che ne compongono il programma sonoro.
Una sorta di marchio di garanzia.

Non a caso “The Breakears” è un emozionante viaggio in cinquant’anni di rock’n’roll impastato di garage, di soul e R&B.

Un viaggio che si consuma in quaranta minuti in cui il quintetto danese – Toke Nisted (voce), Anders Bruus e Klaus Højbjerg (chitarre), Jackie Larsen (basso), Thomas Støisvig (batteria) – passa senza soluzione di continuità da coinvolgenti episodi garage-oriented come “Start The Show” o “Riot Act” (scelto anche come singolo) a ballatone quali “Rainy Day”, “If You Please” o “Union Street” che mettono in evidenza la bella voce, roca e grintosa, di Nisted che in più di un passaggio ricorda quella di Rod Stewart ai tempi dei Faces.

Ma il disco ci riserva altre sorprese come l’R&B di “Soulfire”, il groove funk di “New York City”, il soul di “If You Need Someone” con tanto di organo Hammond e cori femminili. Senza dimenticare la grande carica rock’n’soul di “Temptations”. Una bella sorpresa.

martedì 5 luglio 2011

Fermiamo la censura!!!



Se dovesse passare la delibera dell'Agcom sui siti internet, in votazione domani, questo blog (e altre centinaia di migliaia) potrebbe esser chiuso in maniera arbitraria.
Senza che a deciderlo sia un magistrato e senza possibilità di fare valere i propri diritti costituzionali di fronte a un tribunale.
Basterebbe solo che sia "incriminato" per aver violato il diritto d'autore.
Basterebbe una foto, un video scaricato da Youtube, parte di un testo che somigli a un altro e il gioco è fatto. Il bavaglio è pronto.

Dopo aver perso i referendum, dove il tam tam in Rete per ottenere il quorum è stato determinante, il Potere ha paura dell'unico spazio di democrazia rimasto in Italia: Internet.
E lo vuole zittire. Con una delibera che, di fatto, metterebbe a repentaglio l'esistenza di centinaia di migliaia di blog e siti di informazione indipendenti.

Se passerà il meccanismo voluto dal governo tramite l'Agcom - che, ricordiamolo, non è una Authorithy indipendente come dovrebbe essere, ma un organo di nomina politica - la stessa Autorità per le comunicazioni potrebbe avere un potere enorme per chiudere, censurare, mettere il bavaglio a Internet.



Oggi 5 luglio, a partire dalle 17,30, ci sarà la Notte della Rete, una maratona di quattro ore in cui si alterneranno cittadini e associazioni in difesa del web, politici, giornalisti, cantanti, esperti. L'evento sarà in diretta streaming sul Fattoquotidiano.it e su una rete di tv locali.

Ma la cosa più importante da fare nelle prossime 24 ore è sommergere di e-mail di protesta il sito dell'Agcom. E firmare l'appello a cui hanno aderito già oltre 190mila persone.

http://www.avaaz.org/it/it_internet_bavaglio/?vl


Una risposta in massa, come è avvenuto per il referendum e come è già successo in Gran Bretagna dove la mobilitazione dell'opinione pubblica ha costretto il governo a ritirare la legislazione sul copyright che voleva mettere un bavaglio alla rete.

Chiediamo insieme e a gran voce all'Agcom di non votare la delibera e rimandare la questione all'unico organo che ha i poteri costituzionali per legiferare sulla materia: il Parlamento.




E allora firmiamo l'appello, facciamolo girare e firmare a quante più persone conosciamo.
Fermiamo la censura!!!

mercoledì 15 giugno 2011

L'ultima foto alle mafie



Un concorso fotografico per dire addio alle mafie. Lo lancia l'associazione daSud, in occasione della quarta edizione della "Lunga Marcia della Memoria", l'appuntamento annuale per ricordare le vittime innocenti della criminalità organizzata che soffoca ormai non solo il Sud, ma tutto il paese.

L’invito è raccontare le mafie, presenti ovunque e in diverse forme, su tutto il territorio nazionale.
Vittime, sottosviluppo, violenza ma anche antimafia, esperienze virtuose, lotte ed esperienze di resistenza.
Nuove forme che le mafie assumono, sfruttamento, migranti, grandi opere, finanza, edilizia, ambiente e lavoro…
Un modo per interrogarsi su cosa è la mafia e su cosa deve essere l’antimafia oggi.
Un tentativo di fotografare le mafie per l’ultima volta con l’impegno di una lotta che ci consegni un futuro libero dalle mafie.

Le foto vanno spedite entro e non oltre il 10 luglio 2011 per le foto digitali, il 5 luglio per quelle stampate.

La giuria del concorso sarà presieduta da Tano D’Amico.
I premi consistono in un assegno da 500 € per la prima foto selezionata, una raccolta completa delle grafic novel della collana "Libeccio" della casa editrice Round Robin per la seconda, mentre il terzo classificato riceverà una targa dell’associazione daSud.

A tutti i finalisti verrà dato un attestato di partecipazione e la maglietta della Lunga marcia della memoria o dell’associazione daSud. In palio anche il premio speciale “Lollò Cartisano”, assegnato dai familiari del fotografo ucciso dalla ‘ndrangheta.

Tutti i lavori finalisti saranno parte di un’esposizione virtuale e di una mostra itinerante le cui tappe verranno comunicate prossimamente. L’associazione daSud provvederà alle stampe per l’esposizione e alla pubblicazione di un book.

Per partecipare e per maggiori informazioni: http://premiodasud.wordpress.com/

lunedì 13 giugno 2011

VITTORIA!!!


Una vittoria così netta (57% di affluenza alle urne, quorum superato abbondantemente: non succedeva dal 1993) con percentuali bulgare di SI ha due significati.

Il primo, quello specifico, è che la maggioranza degli italiani ripudia il nucleare come fonte energetica (ribadendo la posizione espressa con lo storico referendum del 1987), che vuole che l'acqua continui ad essere una preziosa risorsa pubblica su cui nessun privato può fare profitto e che chi ci governa - premier o ministro che sia - non può vantare alcun tipo di impunità per il ruolo che ricopre.

Il secondo significato, dopo i risultati delle amministrative di due settimane fa, è un chiaro avviso di sfratto al governo.
La luna di miele con Berlusconi è finita. Il vento è cambiato.
La gente, il popolo, che vive sulla sua pelle il frutto di una crisi economica devastante, ha smesso di fidarsi dell'imbonitore, dell'incantatore di serpenti, del grande comunicatore.
Berlusconi non incanta più.

La fine del governo, e del regime berlusconiano, è vicina.

Adesso, come ripete negli ultimi giorni Di Pietro (che si è ritagliato, forse anche un po' furbescamente, un inedito profilo istituzionale), la sinistra deve mostrare di meritarsi la fiducia degli italiani con un programma di governo chiaro e alternativo a quello della destra. Un programma davvero alternativo allo sfacelo che, da anni, abbiamo sotto gli occhi.

Oggi festeggiamo la vittoria, da domani però dobbiamo incalzare i politici del centro-sinistra affinchè inizino a ragionare sulle cose da fare - e non (solo) sulle poltrone o sulle alleanze - non appena questo governo sarà caduto e bisognerà ricostruire dalle macerie.

Questa vittoria è una vittoria della gente, al di là dei partiti.
E' una vittoria della società civile, dei giovani, di chi usa Internet e i social network, determinanti per fare contro-informazione e per tenere alta la tensione mentre le televisioni hanno tentato per tutta la campagna elettorale di disinformare e depotenziare il referendum.

E' la vittoria di chi non ha tessere in tasca, ma non ha mai smesso di fare politica dal basso, nelle piccole scelte della propria vita quotidiana.

Di questo il centrosinistra dovrà tener conto se vuole essere partito di governo alle prossime elezioni. Il vento è cambiato...sarebbe stupido disperdere l'energia pulita che arriva da questi referendum.

DOME LA MUERTE Poems For Renegades



Una slide acida e visionaria, un arpeggio sulla chitarra acustica, un lieve agitarsi di maracas e un flauto in sottofondo.
Si apre così “Poems For Renegades” (Japan Apart), il debutto da solista di Dome La Muerte. Usare la parola “debutto” per recensire un album di Dome, un’icona rock’n’roll che ha marchiato a fuoco la nostra scena underground negli ultimi trent’anni – due nomi su tutti: i CCM prima e i leggendari Not Moving poi - suona un po’ strano.

Ma tant’è: dopo anni spesi a scrivere canzoni, incidere dischi, calcare i palchi e colpire con riff taglienti con questa o con quella band, con questo o con quel progetto, il Keith Richards italiano ha finalmente deciso di firmare un album a suo nome. E per farlo ha pensato bene di spogliarsi - come si vede dalle foto all’interno del booklet dove appare circondato da belle ragazze, anch’esse ignude - non solo letteralmente. Scegliendo una dimensione intima e ricca di fascino. Poetica. Magica.
Accompagnato da una schiera di amici fidati, tra cui Maurizio Curadi degli Steeplejack, Emiliano, Basetta e Marco dei “suoi” Diggers, Dome affronta il tema dei “rinnegati”, di tutti coloro che hanno scelto con fierezza la propria strada sapendo di “perdere” e di dover pagare dei prezzi altissimi. Un po’ come lui.

Tra le quattordici tracce che compongono il canovaccio del disco troviamo sei affascinanti episodi strumentali, due brani scritti dal poeta Cheyenne Lance Henson (che aveva già firmato anni addietro uno splendido lavoro con i Not Moving, “Song Of Myself”) e alcuni pezzi tratti dall’ormai ricchissimo songbook di Dome.
Brani che in chiave acustica, spogliati della loro corazza elettrica, acquisiscono una nuova intrigante veste. Come “Blue Stranger Dancer” e “Shine On Me” provenienti dal primo disco dei Diggers o quella “They Will Fall” - impreziosita dal sitar, dall’armonica e dalla dodici corde di Curadi - che rimane uno dei pezzi più emozionanti dei Not Moving. O “I Just Want To Have Something To Do” dei Ramones che mai avremmo immaginato di ascoltare in una versione rallentata e acida come questa. Mentre l’altra cover è “Billy”, un brano “minore” di Dylan.

Dimenticatevi i riff selvaggi, gli amplificatori saturi di distorsione, il rock’n’roll impastato di garage, psychobilly e punk che ha sempre caratterizzato la straordinaria vicenda umana e artistica di Dome La Muerte.
In “Poems For Renedages” troverete ballate acustiche, brani dal sapore country & western, viaggi lungo le strade blu d’America. Per scoprire che i “renegades” di cui parla il titolo sono capaci di emozionare anche quando, per una volta, suonano unplugged.

mercoledì 8 giugno 2011

4 SI "per quelli che passeranno"


Dicono che il tempo cambi le cose,
ma in realtà le puoi cambiare solamente tu.
Andy Warhol

The Maharajas - Sucked Into The 70's



Negli ultimi 15 anni sono stati la punta di diamante della scena neo-Sixties svedese, mescolando con attitudine e gusto garage, folk e rock'n'roll.

Adesso i MAHARAJAS di Jens Lindberg (ex Crimson Shadows, Wylde Mammoths, Stomachmouths, Maggots) e Mathias Lilja (ex cantante/chitarrista degli Strollers) - con accanto i fidi compagni Ulf Guttormsson al basso e Ricard Harryson alla batteria – ritornano con un EP di 4 canzoni (in realtà pubblicato da diversi mesi dalla piccola etichetta Crusher Records), tutte firmate da Guttormson.

Un piccolo pezzo di vinile nero alquanto sorprendente. Perchè la band di Stoccolma compie un'imprevista quanto azzardata inversione a "u" e dagli anni Sessanta, da sempre presi come inesauribile fonte di ispirazione, si fionda direttamente nei medi anni Settanta.
Come lascia intuire il titolo dell'EP: "Sucked Into The 70's".

Siamo in territori pub-rock à la Dr. Feelgood: dal retrogusto garage nell'esplosiva e coinvolgente "Down At The Pub", virato verso l'R&B con tanto di fiati in "Someone Looking Like You", con un tiro decisamente più rock'n'roll in "Bing!" e nella ballatona "Stickers and Pins" che però ricorda più i Primal Scream di "Give Out But Don't Give Up" che i Faces o gli Stones.

Un singoletto piacevole da ascoltare in questa tarda primavera, in attesa che i Maharajas rinsaviscano dalla sbornia da pub per tornare a regalarci distillati di puro Sixties-sound come il capolavoro "In Pure Spite" (2007) o l'eccellente "A Third Opinion" (2005)...