lunedì 23 luglio 2007

Willie Hoyle R.I.P.


Una notizia assai triste arriva dalla lontana Australia.
Will Hoyle, figlio del tastierista dei Radio Birdman, Pip, se ne è andato la scorsa settimana a causa di un fulminante tumore al cervello.
Aveva appena 23 anni.
Pip mi ha detto che Will ha vissuto il suo ultimo momento di gioia una decina di giorni fa, quando è riuscito ad incontrare il suo piú grande eroe musicale: Alice Cooper (con lui nella foto).
Nonostante la morte nel cuore, Pip ha voluto regalare questa bellissima immagine del suo adorato Willie:
"Ci mancherà da morire, ma il futuro sarebbe stato un inferno per lui, e ora è libero. Willie era sul ciglio di una scogliera, ma invece di precipitare ha preso il volo".
I funerali si terranno domani, martedì 24 agosto, a Sydney.
Ci stringiamo in un forte abbraccio a Pip Hoyle e alla sua famiglia

sabato 21 luglio 2007

Summer fun


Fa caldo e me vado al mare a godermi un po' di summer fun...come cantavano i Barracudas.
Per cui il blog sarà aggiornato solo di tanto in tanto...
Have a nice summer you too!!!


sabato 14 luglio 2007

Ascoltati questa settimana



THE BELLRAYS "Have A Little Faith", LOU REED "Berlin", ARETHA FRANKLIN "Aretha Now", VELVET UNDERGROUND "VU", PIXIES "Surfer Rosa", ROKY ERICKSON & THE ALIENS "The Evil One", ASTEROID B-612 "Readin' Between The Lines", UMBERTO PALAZZO E IL SANTO NIENTE "La Vita è Facile", THE WILD CHERRIES "That's Life", PIKES IN PANIC "Right or Wrong, They're Still The Captains", THE FLESHTONES "Beachhead", THE RAMONES "The Ramones", THE SETTING SON "The Setting Son"...




giovedì 12 luglio 2007

Blues for Godzilla



Tornando in macchina da un concerto l'altra notte, con due amici discutevamo sullo stato di salute del rock contemporaneo.

Riflettevamo sul fatto che 10/15 anni fa comprare un disco su SST, Dischord, Touch & Go o 4AD era un gesto politico. Magari inconsapevole, ma politico.
Ascoltare gli Screaming Trees o i Minutemen, i Fugazi o i Girls Vs Boys piuttosto che i Pixies non rappresentava solo una scelta estetica, ma significava sentirsi parte di un movimento, di una scena indipendente. Alternativa al mainstream, e alle scelte capitalistico-affaristiche delle majors.
Significava sentirsi parte di un movimento che riportava al centro la musica in quanto forma d'arte e di comunicazione. Che non poteva prescindere dal rapporto diretto, immediato, tra il musicista e il suo pubblico. Che metteva sullo stesso piano, ognuno con il suo ruolo e la sua passione, chi suonava, chi scriveva di musica, chi organizzava i concerti e chi semplicemente ne fruiva.
Il post-Nirvana ha cambiato tutto. Le major hanno fagocitato l'universo indipendente e non esiste più una scena forte come quella di appena due-tre lustri fa.
Tutte le band che oggi vengono strombazzate come "alternative" altro non sono che strumenti nelle mani delle corporazioni dell'industria discografica.
E questo si riflette anche nella musica: c'è chi copia (male) gli anni '60, chi i '70 e si è arrivati anche all'assurdo revival della new wave...
Nessuno che osi, che provi a spostare l'asta un po' più in alto, che tenti di riscrivere la grammatica del rock in maniera coraggiosa e di rottura.
E' tutto così piatto e banale.
Davvero, gruppi come Maximo Park, Arctic Monkeys, Interpol sono in grado di accendere una passione?
Per fortuna esistono ancora gruppi che indossano fieramente i panni del miglior rock indipendente, quello del "corporate rock sucks". Ma anche della passione e del sudore, di tour assurdi in giro per il mondo direttamente a contatto con i propri fans.
Come i grandi straordinari BELLRAYS.
La band guidata dalla carismatica Lisa Kekaula (la Regina del Maximum Rock'n'Soul) è ancora in grado di scatenare emozioni forti, di accendere gli animi e suscitare una passione.
La chitarra di Tony Fate, ora geometrica e chirurgica, ora pulsante e tagliente, è in grado di passare dal noise più corrosivo al soul più suadente in questione di attimi. E così la sezione ritmica del potente duo Bob Vennum/Craig Waters (simpaticissimo ex drummer dei Countdowns).
Il loro ultimo album "Have A Little Faith" fotografa il momento di grazia della formazione di Riverside, ma è dal vivo che - come ogni grande gruppo che si rispetti - i BellRays trovano la loro dimensione ideale.
Sono bastati solo alcuni brani live l'altra sera per convicermi che mi trovavo di fronte a una delle più grandi formazioni degli ultimi tempi.
Di quelle che saranno ricordate e celebrate sulle riviste specializzate tra 15 anni!
Una vera forza della natura, i BellRays.
Un gruppo in cui il soul (l'elemento determinante nella musica, come ci spiega Lisa) convive tranquillamente con un sound assolutamente contemporaneo. Una band che rappresenta l'anello di congiunzione tra il passato e il futuro della musica.
E che dimostra di quanto miope sia l'industria musicale, anestetizzata la critica specializzata (quante copertine hanno avuto in Italia?) e anche il pubblico cosiddetto alternativo.
Incuranti di tutto questo, loro proseguono nella loro missione regalandoci attimi di pura gioia.
E quando Lisa intona "Have A Little Faith" o "Blues For Godzilla" un brivido mi corre lungo la schiena...

domenica 8 luglio 2007

Ascoltati questa settimana



CELIBATE RIFLES "Spaceman In A Satin Suit", JAMES BROWN "Black Ceasar", DR. JOHN "Gumbo", THE GUN CLUB "Mother Juno", NAZZ "Nazz", THE RAIN PARADE "Emergency Third Rail Power Trip", THE PANDORAS "It's About Time", WILSON PICKETT "In The Midnight Hour", BOOKER T. & THE MG's "The Best of", RON WOOD "I've Got My Own Album To Do", ROLLING STONES "A Bigger Bang", THE FLAMIN' GROOVIES "Teenage Head", BLUES MAGOOS "Psychedelic Lollipop"...

venerdì 6 luglio 2007

People have the power


Se penso a quale sia la differenza principale tra gli artisti del passato che hanno fatto la storia del rock e la maggior parte degli (inutili) gruppi contemporanei, mi viene da dire: la profondità.

Negli anni '60 e '70 i musicisti possedevano qualcosa di profondo da esprimere.
Avevano un messaggio e una visione, e il rock'n'roll era il linguaggio universale per comunicare e per sintonizzarsi con il pubblico.

Gente come Patti Smith possiede ancora questa profonda energia interiore, spirituale.
E chi, almeno una volta, ha assistito a un suo concerto può testimoniarlo.

La poetessa del punk è in Italia in questi giorni per una serie di show assai attesi.
Era a Roma martedì, in gran forma, carica, lucida, pronta a celebrare ancora una volta quel rito pagano che è un concerto rock'n'roll:

"Se non provassi lo stesso feeling di un tempo, non salirei più su un palco. Per me un concerto è un'opportunità per stare insieme agli altri, per celebrare la vita e la musica. E' un momento di comunione tra chi sta sopra e sotto il palco e in cui si crea un flusso di energia anarchica, sessuale, spirituale. ..
Sono felice di guadagnarmi da vivere anche con i concerti, ma non tengo i miei concerti soltanto per i soldi. Potrei fare moltissime altre cose per le quali essere pagata.
Ma se non provassi ancora l'emozione fortissima di stare insieme alla gente e di comunicare attraverso la musica, certamente non suonerei più dal vivo".

Quanti altri artisti, oggi, possono dire la stessa cosa?

mercoledì 4 luglio 2007

E' morto Claudio Rinaldi




Se n'è andato Claudio Rinaldi, direttore de "L'espresso" dal 1991 al 1999.


Giornalista sensibile e illuminato, commentatore politico libero e controcorrente, Rinaldi non aveva difficoltà a stigmatizzare i mali della classe politica anche quando si trattava di attaccare la propria parte, la sinistra.

Nonostante fosse da tempo gravemente malato, ha continuato fino alla fine a tenere la sua brillante rubrica sull'Espresso e il suo seguitissimo blog.

L'ultimo post risale a due giorni fa.

In quest'Italia che mostra preoccupanti segni di declino morale, ci mancherà il suo modo di
fare giornalismo non irreggimentato in nessun partito, parrocchia o lobby.

Ci mancherà soprattutto la passione civile e politica che trasudava da ogni suo pezzo.

Addio

Un appello da firmare


In tempi di attacco costante alla laicità dello Stato e ai diritti individuali, in un periodo nel quale la distanza tra la classe (pardon, casta...) politica e i cittadini si è fatta abissale, l'unico modo per fare sentire la nostra voce è sostenere gli appelli che provengono da pochi intellettuali illuminati e dalle redisue forze politiche che continuano nelle loro battaglie civili.

Tra questi i Radicali che, pur tra sbandate pazzesche in tema di politica economica ed estera, continuano a tenere alto il vessillo delle libertà individuali.

Raccogliamo il loro appello a favore del dottor Mario Riccio e del diritto di ogni individuo di scegliere per se stesso la cura più appropriata e il momento in cui interromperla.

Leggete attentamente e firmate la petizione che trovate qui sotto. Grazie!

"Il Gip Renato Laviola ha rinviato a giudizio Mario Riccio, il medico che nel dicembre 2006, su richiesta di Piergiorgio Welby, lo aveva sedato e aveva interrotto la ventilazione meccanica (“staccando la spina”) che gli permetteva di sopravvivere.


Lo ha rinviato a giudizio in nome di un diritto alla vita che, nella “sua sacralità, inviolabilità e indisponibilità”, costituirebbe un limite invalicabile per l’esercizio del diritto di autodeterminazione.


Secondo il giudice Laviola, il diritto di rifiutare le cure, pur essendo sancito dalla Costituzione italiana, dal Codice di Deontologia Medica e da convenzioni internazionali, verrebbe meno quando, per metterlo in pratica, si rendesse necessaria da parte del medico un’azione e non una mera omissione.


Mario Riccio avrebbe pertanto compiuto un reato in quanto non si è limitato a non attuare una terapia, ma ha attivamente provocato il distacco del respiratore che teneva in vita Piergiorgio Welby.

Noi pensiamo che risulti da ciò una limitazione inaccettabile della libertà di ogni cittadino di decidere riguardo ai trattamenti sanitari sulla propria persona: un paziente sarebbe libero di rifiutare di essere attaccato al respiratore (o di essere nutrito artificialmente) ma non gli sarebbe invece garantita la possibilità di interrompere, una volta avviate, la respirazione o la nutrizione artificiale in condizioni medicalmente assistite.


L’argomentazione del Gip Laviola lascia intravedere scenari nei quali sarebbe legittimo obbligare le persone a curarsi anche contro la propria volontà. Il richiamo alla sacralità della vita (oltre al fatto che non si tratta di un concetto né medico né giuridico) rischia di trasformare il diritto alla vita in dovere di vivere e spalanca le porte ad ogni accanimento terapeutico.


Mario Riccio ha esaudito una richiesta precisa e inequivocabile di Piergiorgio Welby: una richiesta di interruzione di un trattamento. Ci chiediamo: un medico che accoglie una simile richiesta agisce in modo legittimo? Noi non abbiamo alcun dubbio sulla liceità morale del gesto, né sulla sua legittimità deontologica, in accordo con l’Ordine dei Medici di Cremona che si è pronunciato in questo senso, archiviando il procedimento disciplinare a carico del collega.


Il problema invece è aperto sul piano giuridico. Mentre il Procuratore della Repubblica di Roma si è pronunciato in sintonia con l’Ordine dei Medici, chiedendo l’archiviazione del caso, opposto – come abbiamo visto – è stato il parere del Gip Laviola.


Riteniamo che sia assolutamente necessario stabilire la certezza del diritto in merito alla seguente questione: un cittadino capace di intendere e di volere, il cui giudizio non è viziato da disturbi dell’umore o da pressioni esterne, può legittimamente rifiutare o sospendere ogni tipo di cura anche quando questo comporterà inevitabilmente la sua morte?


È pacifico che, se un paziente (non ancora collegato al dispositivo che potrebbe mantenerlo in vita) rifiuta di essere collegato a detto dispositivo, nessuno può obbligarlo a farlo.


Paradossalmente però, se quello stesso paziente accetta di essere tenuto in vita da un macchinario e poi, dopo un certo periodo di tempo, decide di rinunciarvi, ciò si rivela impossibile, per lo meno nell’opinione di alcuni magistrati.

Ma questa asimmetria cozza contro il buon senso. Forse l’avere accettato una terapia priva il paziente della possibilità di cambiare idea e di esercitare ora la sua originaria possibilità di rifiutarla?

Vogliamo sottolineare che far derivare dal diritto alla vita l’obbligo di curarsi implica conseguenze gravi e paradossali, fino a spingere le persone a temere ogni tipo di relazione terapeutica: il paziente, i familiari e anche il medico potrebbero essere indotti a non iniziare una terapia, per esempio la ventilazione, solo per il timore di non poterla più sospendere quando le circostanze dovessero renderla inaccettabile.


Siamo convinti che solo l’intervento del legislatore possa far chiarezza su questo punto cruciale e affermiamo l’assoluta urgenza di questo intervento".


Per chi volesse aderire: inviare nome, cognome, qualifica/professione e città a: lalli.c@flashnet.it.

domenica 1 luglio 2007

Ascoltati questa settimana




X-RAY SPEX "Germfree Adolescents", BLONDIE "Parallel Lines", PAGANS "Shit Street", THE BOYS "The Boys", LOU REED "Berlin", PATTI SMITH "Horses", T-REX "Electric Warrior", MOTORHEAD "On Parole", MC5 "High Time", LOOSE "Rock The Fuck On", SMALL HOURS "The Anthology", MAINLINERS "Mainliners", JOHNNY CASINO & THE SECRETS "New Clothes Old Shoes", VV.AA. "Bring The Flowers To The World", THE BELLRAYS "Have A Little Faith", SCOTT "DELUXE" DRAKE "Grand Mal", ELVIS COSTELLO "My Aim Is True", TEENAGE FANCLUB "Man-Made", THE REPLACEMENTS "Let It Be", THE HELLACOPTERS "Grande Rock"...