martedì 29 maggio 2007

Son tornati....


Son tornati da Marte e son sbarcati a Reggio Calabria, la nuova capitale della destra italiana.

Giuseppe Scopelliti, il sindaco del "credere, obbedire, ballare", ha stravinto le elezioni con il 70% dei voti. Un plebiscito in camicia nera...

lunedì 28 maggio 2007

L'erba del diavolo


Il furore proibizionista degli ultimi anni, inaugurato con l'inutile legge Fini-Giovanardi, ha toccato il parossismo in questi ultimi giorni con una campagna di disinformazione assurda.

La scorsa settimana un ragazzino di 15 anni muore in classe.
Tv e giornali titolano: "Muore dopo aver fumato uno spinello a scuola".
Scatta la psicosi, l'erba diventa la sostanza più pericolosa, la minaccia numero 1 alla salute pubblica.
Dimentichi dell'allarme cocaina (la sostanza più diffusa e quella più "in" tra i nostri parlamentari, chiedetelo alle Iene...), della differenza tra droghe leggere (che non danno dipendenza) e droghe pesanti (che uccidono), testate prestigiose e autorevoli giornalisti non hanno esitato a diffondere una notizia palesemente FALSA.
Anche nel caso in cui - e sarebbe stato questo il vero scoop! - fossimo alla presenza di un nuovo tipo di cannabis, tossica al punto da uccidere, la deontologia professionale avrebbe consigliato prudenza.
Attendere quantomeno l'esito dell'autopsia, e nel frattempo sentire il parere di medici e tossicologi esperti in materia.
Ma nessuno l'ha fatto e la notizia passata a 56 milioni di italiani è stata che "fumare uno spinello uccide".
Oggi, dai risultati dell'esame autoptico, si scopre che il quindicenne di Paderno Dugnano aveva fumato crack (micidiale surrogato della cocaina) e non, com'è ovvio che fosse, hashish o marijuana.
Ci sarà nessuno adesso - tra i colleghi giornalisti e direttori di testata - a recitare il "mea culpa" e dire che la notizia data era quanto meno imprecisa e frettolosa?
Post Scriptum: Commenti a margine.
Ma è possibile, nel 2007, che chi fa informazione ancora non conosca la differenza tra droghe leggere e droghe pesanti?
Che non si sappia che la cannabis non uccide e non ha MAI ucciso nessuno?
Che non si dica mai che alcol e tabacco fanno ogni anno più vittime dell'eroina?
A chi maneggia queste notizie con poca cura, suggerisco un libricino illuminante sulla materia: il classico di Giancarlo Arnao, "Cannabis: uso e abuso" (Stampa Alternativa).
Costa 1 Euro - una volta Millelire! - non ha controindicazioni ed evita le figuracce!!!

domenica 27 maggio 2007

Election day


Non sarebbe meglio???
Per una città più rock'n'roll...vota TONY!

sabato 26 maggio 2007

Ascoltati questa settimana...



THE NOMADS "Showdown! (1981-1993), THE CELIBATE RIFLES "The Turgid Miasma of Existence", Aa.Vv. "TALES FROM THE AUSTRALIAN UNDERGROUND (vol. 1 & 2)", RICHARD HELL "Destiny Street", THE STROLLERS "Falling Right Down", THE MAGGOTS "Get Hooked", DM3 "Garage Sale", X "Under The Big Black Sun", DENIZ TEK "Orphan Tracks", HOLY CURSE "Wear Your Fricken Sean Belt", THE SPITS "The Spits", RAMONES "Rocket To Russia", THE REAL KIDS "Senseless", HOODOO GURUS "Stoneage Romeos", BLUR "The Great Escape", THE POP GROUP "We Are Time", JIM BASNIGHT & THE MOBERLYS "S/t", BOB DYLAN "The Bootleg Series 1961 - 1991"...

giovedì 24 maggio 2007

Per un pugno...di voti!



Facce, slogan, candidati e promesse elettorali. A quattro giorni dal voto, Reggio Calabria è tappezzata di manifesti che preannunciano la vittoria dilagante delle destre.


Tutti sembrano sostenere il sindaco uscente Scopelliti (AN), almeno a guardare i manifesti elettorali (al 90 per cento dei candidati di centro-destra).
E’ come se la sinistra abbia già dato la partita per persa e non abbia voluto neanche iniziare la campagna elettorale.

Del resto anche gli ultimi sondaggi mostrano uno scarto che sembra irrecuperabile.
In questo clima surreale si celebra la vittoria dell’antipolitica, con un esercito di candidati: 1300 al consiglio comunale, 4000 alle circoscrizioni per un totale di 36 liste, 21 delle quali di destra/centro.

Vista da una prospettiva sociologica l’analisi è semplice. Dal momento che l’offerta di lavoro al Sud è praticamente inesistente, in molti tentano la scorciatoia più semplice per sistemarsi: le prebende della politica.
In una città con un tasso di disoccupazione tra i più alti d’Italia, i 1.300 Euro al mese (per i consiglieri comunali) e i 3.000 (per i presidenti delle circoscrizioni) fanno gola a molti.
E la battaglia è all’ultimo voto.

Le cose si complicano a guardarle da una prospettiva politica. Negli ultimi cinque anni la città è tornata indietro di tre lustri.

Di quella che, non senza un pizzico di esagerazione, è stata definita la “primavera di Reggio” (ovvero il periodo del buongoverno del compianto sindaco Falcomatà), non rimane nulla: è ripreso l’esodo verso il nord e verso l’estero di migliaia di giovani disoccupati, la cappa della ‘ndrangheta si è fatta ancor più asfissiante, le più importanti iniziative di respiro culturale (come il Festival internazionale del Cinema “XXI secolo”) sono state spazzate via a favore di eventi nazional-popolari di bassa lega come la “Notte Bianca” i cui protagonisti principali sono stati i Costantino e le Valerie Marini di turno.

Eppure i sondaggi danno Scopelliti per vincente. A mani basse.
Un motivo ci sarà. O più d’uno.
Dai “rumours” raccolti in giro le chiavi di lettura politiche sono due.
La prima è che Scopelliti incarna il reggino medio e il reggino medio si riconosce nel suo sindaco: feste di piazza (panem et circenses, dicevano i latini), gran dispiegamento di mezzi pubblicitari, iniziative destinate ad accrescere il consenso (come i viaggi all’estero, a costo quasi zero, per studenti e pensionati), presenzialismo e populismo.

La seconda è che quasi ogni famiglia deve qualcosa (in termini elettorali) al sindaco e alla sua amministrazione: una consulenza o un contratto a progetto ottenuti, un finanziamento erogato.
O fischietto e paletta e posto di lavoro assicurato per un anno: mi riferisco al caso dei 110 vigili urbani assunti SENZA concorso a neanche tre mesi dalle elezioni.

In questo quadro ogni beneficiato ha il modo di sdebitarsi portando voti al sindaco e alla sua coalizione. E qual è il modo migliore se non quello di candidarsi direttamente?
Un sistema semplicissimo...anche per controllare il voto e sapere esattamente se i favori sono stati adeguatamente ricambiati.
Si spiegano così le 21 liste a sostegno del sindaco uscente, alcune con delle sigle francamente ridicole: Io Non Ci Sto, Partito Democratico Cristiano, Alleanza Cristiana Popolare, Centro Democratico Cristiano, Democrazia Cristiana per le Autonomie, Reggio Futura, Area dello Stretto...
Vista anche l'insipienza del centro-sinistra e del suo impresentabile candidato a sindaco (editore televisivo e ricco imprenditore della sanità privata, una sorta di Berlusconi in salsa reggina), forse vale la pena di prestare ascolto all'anonimo imbrattatore del muro vicino casa...









lunedì 21 maggio 2007

L'eco della stampa




Due casi a confronto.


Due sordide storie di pedofilia, una vera e accertata, l'altra presunta e con tanti punti oscuri.
Al centro di tutto vi è la stampa e il modo di raccontare o non raccontare l'accaduto.

Partiamo dall'ultimo caso, quello di Rignano Flaminio.

Un mese fa sei persone (due maestre, una coordinatrice scolastica, una bidella, tutte in servizio presso una scuola materna; oltre a un autore televisivo e un benzinaio cingalese) vengono accusate di pedofilia e arrestate.

La stampa sbatte i mostri in prima pagina.

Dopo 17 giorni dietro le sbarre, gli indagati vengono rimessi in libertà perché gli inquirenti non sono stati in grado di trovare le prove.
Ora il caso è ancora aperto: degli abusi sono stati sicuramente commessi, ma non si capisce dove, quando e soprattutto chi li abbia commessi.
Però tutta la stampa ha già dato una sentenza definitiva, appiccicando un'etichetta infamante su sei persone (innocenti, fino a prova contraria).
Con il risultato che, oltre ai bambini abusati, ci sono altre vittime di questo approccio scandalistico all'informazione: i sei indagati, esposti al pubblico ludibrio senza che nessuna prova definitiva sia stata prodotta a loro carico.

Se la magistratura dovesse accertare la loro totale estraneità ai fatti, chi li ripagherà di un accusa così infamante, dei giorni trascorsi in carcere e del sospetto che si porteranno addosso per sempre?

Poi c'è un altro caso, un altro modo di fare giornalismo.

Mi riferisco al documentario "Sex Crimes and The Vatican" che la BBC ha mandato in onda sul finire del 2006 e che ha per oggetto gli abusi sessuali perpetrati da preti pedofili in America e nel Regno Unito.

Crimini schifosi nascosti dal Vaticano in ottemperanza del documento segreto "Crimen Sollicitationis" risalente al 1962 e in vigore fino al 2001, quando a capo della Congregazione per la dottrina della Chiesa vi era l'allora cardinale Joseph Ratzinger, oggi Sua Santità Papa Benedetto XVI.

E' notizia di ieri che Michele Santoro vuole acquistare dalla BBC i diritti di questo documentario per mandarlo in onda in una delle prossime puntate di "Anno Zero".

Ma in questo caso non c'è il rischio di sbattere il mostro in prima pagina.

Vista l'implicazione diretta del Vaticano, scatta la censura preventiva: il documentario non può essere trasmesso.

Il Vaticano, invece di spiegare come mai ha protetto per anni i pedofili in abito talare, si limita a bollare il documentario come "infame calunnia".

E trova una facile sponda nel presidente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, il catto-fascista Mario Landolfi (AN) che si scaglia contro il servizio pubblico radiotelevisivo pronto a trasformarsi - parole sue - "in un plotone mediatico di esecuzione pronto a fare fuoco sulla Chiesa e sul Papa".

Secondo Landolfi e i suoi sodali, se si tratta di semplici cittadini "senza santi in Paradiso" allora la stampa può attaccare a testa bassa.
Se invece si tratta di "unti del Signore", allora bisogna mettere il bagaglio all'informazione.

Per fortuna, nell'era di Internet, non è semplice nascondere la verità.
Quello che si butta dalla porta, rientra dalla finestra.

Il documentario integrale, con sottotitoli in italiano, "Sex Crimes and the Vatican" è rintracciabile al seguente url: http://video.google.com/videoplay?docid=3237027119714361315

Questa volta non basterà un editto bulgaro o una scomunica della Chiesa a zittire le voci scomode.


sabato 19 maggio 2007

Ascoltati questa settimana...




Aa.Vv. "BLACK SOUND" (Motown singles collection), PERE UBU "Terminal Tower", THE SETTING SON "In A Certain Way", THE TIME FLYS "Rebels of Babylon", STEVIE WONDER "Innervisions", DOLLSQUAD "The Rock'n'Doll Sound of", THE HEADCOATS "In Tweed We Trust", BOSS HOGG "Boss Hogg", ANIMALS "The Complete Animals", STANDELLS "Dirty Water", B-BACK "Second Hand", THE BOYS "The Boys", RAMONES "Ramones", OTIS REDDING "Otis Blue", THE MISSING LINKS "Driving You Insane", GRAVEDIGGER V "All Black and Hairy", THE MORLOCKS "Easy Listening for the Underachiever", WOODEN TIT "Return To Cinder", PAUL WELLER "Catch-Flame!", KRYPTONICS "Rejectionville", THE ROLLING STONES "Black & Blue", BELLRAYS "Let It Blast", THE HYPSTRZ "Live at the Longhorn", RAMONES "Leave Home", THE ZEROS "Right Now"...

giovedì 17 maggio 2007

C'era una volta...Rockerilla!



Ogni volta che ritorno alla base (leggi: Reggio Calabria) mi rituffo nel passato. Apro i miei archivi e mi rimetto a spulciare tra vecchie foto, fanzine, riviste...

Questa volta è toccato a Rockerilla, quando era ancora Rockerilla.

Mi sono rimesso a leggere i numeri dei primi anni '80 e sono venute fuori delle cose incredibili. Per esempio la prima (micro) intervista ai Gun Club realizzata da Claudio Sorge e spedita da Jeffrey Lee Pierce, per il tramite di Chris D. dei Flesh Eaters, via posta!

Oppure articoli irrorati di passione sui Television, sui nostri Not Moving, sui Teardrop Explodes di Julian Cope, sulle nuove speranze della new wave U.S.A. (con gruppi che poi avrebbero fatto storia come Sonic Youth e REM).

E ancora: i testi con traduzione a fronte di Black Flag e Circle Jerks. E le recensioni in "tempo reale" dei Jam e dei Birthday Party, degli X o del Pop Group...

All'epoca quelle pagine piene di inchiostro nero che ti restava sui polpastrelli dischiudevano nuovi mondi, universi musicali sconosciuti...

A rileggerle oggi mantengono intatto tutto il loro fascino, con in più l'effetto "nostalgia factory" (per dirla alla Porcupine Tree) del tempo andato...

E se allora Rockerilla era la guida in presa diretta sui fermenti musicali che avvenivano in terra d'Albione, oltre Oceano o dalle nostre parti, oggi quei vecchi numeri un po' ingialliti sono diventati qualcosa di diverso, di straordinario.

Si sono trasformati, infatti, nella miglior enciclopedia del rock indipendente degli ultimi 25 anni.

martedì 15 maggio 2007

Bad Afro 10th anniversary




C'è un'etichetta che negli ultimi dieci anni ci ha regalato una serie di dischi bellissimi: la danese BAD AFRO.


Alla piccola e straordinaria casa discografica di Copenhagen, guidata dall'appassionato Lars Krogh, è dedicato il mio special/intervista su Freak Out


Intanto, se riuscite, recuperate questi titoli del catalogo Bad Afro.

Sono "personal favorites" e sono certo che vi piaceranno:


THE FLAMING SIDEBURNS - Hallelujah Rock'n'Rollah

BABY WOODROSE - Money for Soul

ROYAL BEAT CONSPIRACY - Dig It

HELLACOPTERS vs. FLAMING SIDEBURNS - White Trash Soul

THE MAGGOTS - This Condition is Incurable

lunedì 14 maggio 2007

Easy Listening for the Underachiever


Ci sono dischi che rappresentano un piccolo grande evento.
“Easy Listening for the Underachiever” (Olde Haat) è uno di questi perchè segna il ritorno di una delle più leggendarie formazioni del rinascimento garage degli anni ’80: i Morlocks.

Formata dal carismatico cantante Leighton Koizumi subito dopo aver concluso la sua esperienza con i seminali Gravedigger V (il cui “All Black & Hairy” è ancora oggi un culto per i fans del genere), la formazione californiana durò appena un paio di stagioni. Il tempo necessario per scolpire il proprio nome nella leggenda, grazie a due dischi (“Emerge” e “Submerged Alive”) e soprattutto alle travolgenti esibizioni dal vivo.

Poi varie vicende portarono Leighton a scomparire dalle scene e girò addirittura la voce che fosse morto. Invece qualche anno fa il cantate ha sorpreso tutti, tornando improvvisamente in pista con un bel disco di covers Sixties (“When The Night Falls”, 2003) realizzato insieme agli italiani Tito & The Brainsuckers.
Ed ha anche mantenuto la promessa, fatta in quell'occasione, di ricreare i Morlocks.
Oggi con una line-up totalmente rinnovata quella sigla torna ed esistere.

Il risultato è “Easy Listening for the Underachiever”, un album che trasuda passione e amore nei confronti del garage-punk. Un disco senza tempo e senza compromessi.
Sin dall'attacco dell'iniziale "Dirty Red" si intuisce che il gruppo è in grande forma: la formula sonora dei Morlocks è vibrante e di grande impatto, come una volta.
Se "Sex Panther" è uno spettacolare mid-tempo con influssi R&B, il vecchio cavallo di battaglia "My friend the bird" si apre verso territori oscuri e fumosi e le urticanti "Cat (On a Hot Thin Groove) e "Just a little bit" hanno una forza d'urto in grado di smuovere i sassi.
E poi ci sono le cover di “Teenage Head” dei Flamin’ Groovies, splendida cavalcata r'n'r, e di un altro classico live della band come “Get Out of My Life Woman” (Allen Toussaint) a completare in maniera ancor più convincente il quadro.

Dal vivo, poi, i 'nuovi' Morlocks non temono il confronto con i vecchi.
Forse hanno perso, come mi suggerisce un amico che ebbe la fortuna di vederli in azione vent'anni or sono, quel sound un po' oscuro e criptico che era il tratto distintivo della loro formula.
Però Leighton Koizumi continua ad essere un animale da palcoscenico: il vero erede di Iggy, Mick Jagger e Lux Interior!
E i compagni che ha scelto per questa nuova avventura - gli eccellenti chitarristi Bobby Bones e Lenny Pops, il bassista Nick Jodoin e il batterista Marky - rappresentano l'essenza della rock'n'roll band: compatti, incisivi e senza sbavature.
Il loro "wall of sound" è travolgente e non fa prigionieri. Garage-punk da paura e dito medio in faccia a chi sostiene le teorie "evoluzionistiche" del rock'n'roll.
Signori, qui si tratta di "blood, sweat and tears": prendere o lasciare!

domenica 13 maggio 2007

Ascoltati questa settimana...


THE ROLLING STONES "Out of our heads", PERE UBU "The Modern Dance", WILD BILLY CHILDISH "Punk Rock at the Brithish Legion Hall", SERGE GAINSBOURG "Couleur Cafè" + "Gainsbourg vol. 2", THE DT'S "Filthy Habits", BEASTS OF BOURBON "Little Animals",
THE UGLY BEATS "Take A Stand With...", HOODOO GURUS "Mars Needs Guitars", ZEROS "Don't Push Me Around", THE MORLOCKS "Easy Listening for....", CURTIS MAYFIELD "Roots", BOOKER T. & MG'S "Best Of", THE PAYBACKS "Love, Not Reason", Aa.Vv. "DO THE POP", HUSKER DU "Warehouse: Songs and Stories", ARETHA FRANKLIN "Spirit in the dark", DEAD BOYS "We have come for your children", GUN CLUB "The Las Vegas Story", CINECYDE "You Live A Lie, You're Gonna Die", THE SCIENTISTS "Sedition", GLI AVVOLTOI "Il nostro è solo un mondo beat", BROTHER BRICK "Stranded in the Nineties"...

sabato 12 maggio 2007

What a Beautiful (Family) Day!!!



Francesco Rutelli l’ha detto chiaro: “Se non fossi ministro andrei anch’io al Family Day”.
Ancora una volta siamo costretti ad assistere ad uno spettacolo penoso: maggioranza e opposizione insieme a braccetto per compiacere le alte gerarchie vaticane.
Alla manifestazione di oggi a Roma ci saranno i ministri Mastella e Fioroni.
Ci sarà “il filosofo” Buttiglione, l'ex democristiano Beppe Pisanu.
E una bella pattuglia "clerico-fascista" guidata da Gianfranco Fini.
E ci saranno pure Casini e (forse) Berlusconi i quali oggi sono un po' confusi.
Non sanno bene per quale famiglia manifestare: per la prima o per la seconda?

Pierferdinando Casini, cattolico, (ex) democristiano, è separato dalla prima moglie e da anni convive con Azzurra Caltagirone, figlia di uno dei più potenti editori e palazzinari romani.

Il cattolicissimo Casini vive agiatamente in una (ricca) coppia di fatto, ma è contrario ai Pacs e ai Dico.
Per lui non è una questione di etica, ma di classe.
Del resto, l'ipocrita Pierferdi - oltre a soldi, privilegi e potere - gode già di un Pacs, ma non lo dice.

Forse non lo sapevate, ma tutti i parlamentari - anche quelli, come lui, più proni agli ordini impartiti dal tandem Ratzinger-Bagnasco - possono estendere al proprio convivente l’assistenza sanitaria integrativa.
Però non vogliono che anche noi, comuni mortali, possiamo beneficiare degli stessi diritti e delle stesse tutele di cui godono loro.
E allora tirano in ballo l’etica, la religione, il concetto di “famiglia naturale”.

E che dire del Cavalier Berlusconi, il noto "tombeur de femmes"?
Di quale famiglia parla quando vuole compiacere il Vaticano?
Della prima o della seconda?
Di quella con Carla Elvira Lucia Dall’Oglio da cui ha divorziato nel 1985 (a proposito: ma non lo sapeva che la Chiesa condanna il divorzio?) ?
O dell’altra con Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario?

La realtà è che il “Family Day” non è una manifestazione per chiedere che il governo metta in atto politiche più attente nei confronti dei bisogni delle famiglie come già avviene, ad esempio, nella laicissima Francia, dove esistono i congedi di paternità e dove le tutele sul nucleo familiare sono assai più estese che da noi.
E dove per famiglia non si considera solo quella definita dal Vaticano.

La verità vera è che il “Family Day” è una manifestazione CONTRO.

Contro altre persone che non condividono il concetto di famiglia tradizionale.
Non importa che queste coppie – etero o omosessuali che siano - abbiano fatto una libera scelta d’amore e di solidarietà, che vivano le gioie e i problemi quotidiani di una famiglia “normale”, che siano dei cittadini rispettabili (che lavorano, pagano le tasse e rispettano le norme del vivere civile).
No, agli organizzatori e ai partecipanti del “Family Day” l’unica cosa che importa è fare felice il Vaticano che ci vorrebbe tutti omologati al “pensiero unico” della Chiesa cattolica.

A questi strenui sostenitori della famiglia come valore (come se chi vivesse in una coppia di fatto non avesse valori...), vorrei fare sommessamente una domanda: cosa toglie alla famiglia tradizionale l’estensione di diritti a persone che hanno scelto un modo diverso di vivere il proprio rapporto di coppia?

In attesa di una risposta convincente (che non arriverà), oggi pomeriggio anch'io andrò in piazza.
Non a S. Giovanni, ma a piazza Navona dove ci saranno tutti coloro che non accettano discriminazioni tra cittadini di serie A e di serie B e che credono che la vera famiglia è quella basata sull’amore, sulla fedeltà e sul rispetto reciproco.
Non su una legge dello Stato o su un diktat della Chiesa.

venerdì 11 maggio 2007

Il ritorno dei canguri




Due tra le più importanti band australiane degli anni '80 - gli Scientists e i Beasts of Bourbon - ci regalano un ritorno in grande stile.


I primi con un disco live, registrato esattamente un anno fa (l'11 maggio 2006) allo Sheperd's Bush Empire di Londra. L'album si intitola "Sedition" (ATP/Good Fellas) e contiene il convulso set della formazione capitanata dal carismatico Kim Salmon.
Registrazione fantastica e concerto da paura: ci sono tutti i classici del gruppo, da "Swampland" a "We Had Love" passando per "Blood Red River".

Un concentrato del rock’n’roll dalle tinte oscure e dalle malcelate influenze blues, distorte e scarnificate, che influenzò - e non poco - la scena punk-blues degli anni Novanta.


L'altro gradito ritorno si intitola "Little Animals" ed è firmato dai Beast of Bourbon di Tex Perkins e Spencer P. Jones.
Autori di due classici del calibro di "The Axeman's Jazz" (1984) e "Sour Mash" (1988), i cinque non pubblicavano un disco di studio esattamente da dieci anni.

Sulla band di Sydney sembrava pendere un sortilegio: gravi incidenti (come quello occorso a Brian Hooper) e problemi di varia natura avevano compromesso l'attività artistica del quintetto.

Ma, con uno scatto degno dei tempi migliori, i Beasts of Bourbon hanno dimostrato di essere vivi e vegeti.

Prima con il live-album "Low Life", pubblicato l'anno scorso ma con registrazioni risalenti al 2003, e poi con questo vibrante“Little Animals”.

Un disco volutamente cattivo. Come ci dimostrano i furiosi mid-tempo di “I’m Gone” e “I Told You So”, la graffiante "Too Much Too Late" e le abrasive "Sleepwalker" e "I Don't Care About Nothing Anymore" con la voce di Tex Perkins ancor più ruvida e al vetriolo del solito.

Ci sono pure un brano notturno e romantico ("Little Animals") e una divertente spoken-song finale (“Thanks”), in questo album straordinario che sarebbe già in Top Ten se il mondo girasse al contrario...

giovedì 10 maggio 2007

Love, Not Reason

C'è un disco che non riesco a togliere dal lettore...da più di due mesi. Si intitola "Love, Not Reason" ed è il terzo album dei Paybacks di Detroit.

Uscito negli States sul finire del 2006, ma arrivato in Italia solo all'inizio di quest'anno, il terzo lavoro sulla lunga distanza del quartetto americano si muove su coordinate sonore simili ai precedenti “Knock Loud” (Get Hip, 2002) ed “Harder & Harder” (Get Hip, 2004).
Vale a dire: rock'n'roll ad alto voltaggio con riff graffianti e l’inconfondibile voce, roca e potente, di Wendy Case a menare le danze.

C'è chi li taccia di essere una formazione reazionaria, di suonare come se negli ultimi trent'anni il rock non si fosse evoluto.

E allora? Qual è il problema?

Se una band suona con passione, scrive belle canzoni, possiede un tiro sonoro potente e una voce assolutamente riconoscibile come quella di Wendy Case (già leader dei favolosi Ten High una decina d'anni fa!), cosa importa che la propria formula rock'n'roll non sia sperimentale e innovativa?

A questo tipo di critiche i Paybacks rispondono con il titolo del loro ultimo album, prendendo a prestito una frase del grande Thomas Mann: “It’s love, not reason, than is stronger than death”.

E poi con gli undici brani contenuti nel disco che dimostrano quanto la band abbia affinato il proprio sound nel corso degli anni, facendo emergere una vena melodica prima assolutamente coperta dalla furia delle chitarre e della devastante sezione ritmica.

"Love, Not Reason" è una sorta di concept-album incentrato sul tema dell'amore e, come il più potente dei sentimenti umani, si muove in più direzioni.
Ci sono episodi infiammati ed urticanti come l'iniziale “Love Letter” e la successiva "Call When You're Ready". O i ganci da KO di “Stranger In The House” e “Divided By Two”.
Ma anche canzoni da cui traspare la nostalgia, il senso di sconfitta, la delusione: le splendide "Dumb Love" e "Bring It Back", la romantica “Something Simple” o quella "Painkiller" che trasuda soul da ogni nota prima di esplodere in una tempesta di chitarre.

"Ci sono due cose nella vita con cui non si può fingere: l’amore e il rock’n’roll. Un sacco di gente ci prova, ma la farsa non dura a lungo…", afferma Wendy Case confermando la tesi di chi - come il sottoscritto - ritiene che amore e rock’n’roll siano animati dalla stessa forza motrice: la PASSIONE !!!


PS: per saperne di più sui Paybacks e su "Love Not Reason", potete leggere la mia lunga intervista con Wendy. In italiano su Freak Out e in inglese su I-94 Bar.
Enjoy it!

mercoledì 9 maggio 2007

Gli Avvoltoi sono qua!




Correva l'anno 1988 e l'Italia underground era pervasa da un fremito garage-beat-psichedelico.
Io ero un adolescente che, in una città di provincia alla periferia dell'impero (Reggio Calabria), si guardava attorno in cerca di stimoli culturali ed emozioni forti...

In pieno delirio beat (leggevo Kerouac, viaggiavo fisicamente e "mentalmente", mi accostavo alle filosofie orientali e musicalmente ero immerso negli anni '60) scopro dalle pagine di "Urlo" - fantastico bimestrale di rock italiano con cui avrei collaborato dall'anno successivo fino al 1998 - una band di Bologna che suona bitt italiano: gli Avvoltoi.

Un giorno prendo l'aliscafo e vado a Messina dove c'è Neu, l'unico negozio specializzato della zona (e punto di riferimento per gli appassionati di rock indipendente), e trovo quello che sto cercando: "Il nostro è solo un mondo beat", il debut-album del quintetto bolognese guidato da Moreno Spirogi e in cui spicca la presenza femminile dell'affascinante Ninfa.
Tornato a casa, metto su il disco e la magia si compie: gli Avvoltoi mi trasportano in un universo sonoro fuori dal tempo. Suonano beat con forti richiami ai Sixties, ma con un tocco magico-misterioso assai personale.
Tra i 10 brani del disco ci sono episodi ingenui e naif come la title-track, canzoni più grintose e impattive ("Gli Avvoltoi sono qua"), altre elaborate e vagamente psichedeliche ("Tu Lo Sai").
E diverse covers - "Tutto Nero", la "Paint It Black" dei Rolling Stones nella versione di Caterina Caselli, "Gloria" (Them) ed "Hey Joe" - italianizzate e riproposte con piglio sanguigno.
Inutile dire che il disco diventa uno dei miei ascolti fissi: sparato a tutto volume è il tormentone dei miei e dei vicini di casa!
Quel disco e il successivo "Quando verrà il giorno" (Contempo, 1990) - francamente assai inferiore al primo - sono stati ora ristampati e sottratti ad un ingiusto oblio.
Entrambi contengono abbondanti bonus-track: nel primo CD c'è l'introvabile singolo "Questa Notte" (pubblicato da Toast nel 1986, se non erro) e brani provenienti dalla compilation "Neolithic Sounds from South Europe" e dall'antologia "Ora Sai Perché" (Destination X); sul secondo un paio di inediti tratti da demos.
Belle anche le confezioni digipack: peccato solo che le belle copertine originali - presenti, peraltro, all'interno - non siano state riprodotte fedelmente sulla "front cover".
Anche se oggi possono suonare un po' "out of time", i due album degli Avvoltoi rimangono un ascolto speciale per ogni sincero appassionato di garage-beat.
Soprattutto "Il nostro è solo un mondo beat", che vi consiglio caldamente di recuperare.
So che Moreno Spirogi da un po' di tempo ha rimesso in piedi una nuova formazione degli Avvoltoi con cui si diverte a portare in giro il verbo del 'bitt' italiano e dei suoi pennuti...
Ora chi si salverà
gli Avvoltoi sono qua!!!

martedì 8 maggio 2007

Finalmente...gli Stems!



Prenderà il titolo di "Heads Up" il nuovo album dei fantastici Stems.
La leggendaria formazione garage/power-pop australiana ha appena terminato gli ultimi ritocchi al nuovo disco che vedrà la luce quest'anno, esattamente a vent'anni di distanza dalla pubblicazione di "At First Sight...Violets Are Blue" (1987), epocale debut-album del quartetto di Perth.
Rintracciato al ritorno da un viaggio negli Stati Uniti, il leader della band Dom Mariani ci ha rivelato che il disco "suona dannatamente bene".
"Generalmente sono abbastanza tranquillo dopo aver finito di registrare un album", ha proseguito il musicista italo-australiano, "ma questa volta sono davvero eccitato e non vedo l'ora che il disco esca".
Una volta pubblicato "Heads Up", gli Stems affronteranno un esteso tour: prima in Australia e poi in Europa. Italia inclusa, con tre date previste a fine novembre.
Aspettiamo impazienti...album e tour!

Ma quale democrazia?




"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione". (Art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana).

Ma è proprio vero?

Uno dei principi fondanti della nostra Repubblica è un principio limitato.

Si può esprimere liberamente il proprio pensiero e criticare chiunque, a meno che non si tocchi il Vaticano.

Si può criticare il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica, i leader politici e sindacali, confutare qualsiasi tesi economica e politica, entrare in contrasto con i rappresentanti delle altre religioni, ma appena si accenna una minima critica al Vaticano: APRITI CIELO!!!

Fuoco incrociato, fuoco amico!!!

Da Mastella ai DS, dai fascisti di Forza Italia, Lega e AN fino al leader della CGIL tutti a difendere Sacra Romana Chiesa.

Ma Andrea Rivera, il conduttore del concertone del Primo Maggio a Roma, cosa aveva detto di tanto iconoclasta da scatenare una tale tempesta mediatica?

"Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, per Franco e per uno della banda della Magliana..."

Verità lapalissiane.

Pinochet, tra i più feroci e disumani dittatori del XX secolo, ha governato con l'acquiescenza (per non dire con la complicità) della chiesa cattolica dal 1973 al 1990.
Possibile che preti, vescovi e cardinali cileni non si fossero mai accorti di niente: del golpe dell'11 settembre, di 17 anni di dittatura, delle torture inflitte a decine di migliaia di oppositori, degli assassinii, dei "desaparecidos"?
Eppure, a Pinochet sono stati riservati funerali di Stato.

E che dire di Franco, l'uomo che ha governato per 40 anni la Spagna col pugno di ferro e con l'appoggio esplicito delle gerarchie vaticane? (a proposito: è in uscita in questi giorni "Salvador - 26 anni contro", film sulla storia di Salvator Puig Antich, l'ultima vittima del regime fascista spagnolo, giustiziato nel 1974 con il crudele metodo della garrota).
Anche per lui funerali in chiesa e annuali messe di suffragio.


Mentre il povero Piergiorgio Welby quale grande crimine contro l'umanità aveva commesso per vedersi negato il diritto ad avere un funerale in chiesa, prima della degna sepoltura?
Andrea Rivera ha semplicemente messo in evidenza l'ipocrisia della Chiesa cattolica.
Ma nell'Italia civile e democratica (?) del 2007, tutto ciò NON SI PUO' DIRE.

Destra, sinistra e centro tutti insieme (appassionatamente) a dargli addosso.
Solo una sparuta minoranza di radicali, comunisti e verdi ha tentato di ricordare che "lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani" (art. 7 Costituzione).
Ma in pochi sembrano essersene accorti...

lunedì 7 maggio 2007

Tempo di ristampe


Quando si ristampano album più o meno vecchi lo si fa per almeno tre buone ragioni:


1) per rimettere in circolazione bei dischi da tempo fuori catalogo;


2) per motivi di marketing;


3) perchè - evidentemente - il presente non offre poi così tanto di eccitante...


Ultimamente c'è stato un fiorire di ristampe, in Italia e all'estero. Tra le uscite più o meno recenti è d'obbligo segnalare:

* Aa.Vv. - GATHERED (Spittle Records/Good Fellas)

Originariamente pubblicata su Electric Eye nel 1982, prima uscita in assoluto dell'etichetta di Claudio Sorge, in collaborazione con Rockerilla (quando era ancora Rockerilla...), questa compilation contiene 11 episodi di altrettante formazioni post-punk italiane: Victrola, State of Art, X-Rated, Not Moving, Blaue Reiter, Death SS, Dirty Actions, B-Sides, Style Sindrome, Wax Heros, Eazycon, Pankow.

Sensazioni all'ascolto: viene da sorridere per l'ingenuità della maggior parte dei gruppi che s'ispiravano sinceramente (leggi: scimmiottavano) alla scena underground inglese dell'epoca.

Ma c'era comunque una passione, una voglia di fare, di esserci, di creare una scena realmente alternativa...

C'era una tensione ideale, emotiva e creativa che oggi si è persa del tutto.

E poi alcuni gruppi erano realmente fantastici! Un nome su tutti: i NOT MOVING con la loro leggendaria "Baron Samedi"(psychobilly oscuro e inquietante).


* Aa.Vv. - BODY SECTION (Spittle Records/Good Fellas)

Anche questo è un titolo ripreso dal leggendario catalogo Electric Eye che fotografa gli albori della new wave italiana: Modo (da non confondersi con i fiorentini Moda che verrano fuori qualche anno più tardi), Monuments, Jeunesse D'Ivoire, Frigidaire Tango, Kirlian Kamera, Litfiba (sì proprio loro!), Diaframma (ancora con Nicola Vannini - futuro Soul Hunter - alla voce), Vox Rei, Die Form, Rinf.
Altro disco da avere, se non altro come "pagina di storia"...


Welcome to my blog!




Ebbene sì: ho ceduto anch'io alla tentazione del blog!




Musica, politica, sport, letteratura, arte...insomma le piccole/grandi passioni che incendiano la Vita saranno al centro del miei post quotidiani.




Questo è il mio spazio libero per raccontare, informare, sparare a zero, senza per una volta la mediazione di una testata (quotidiano, rivista o fanzine che sia!)...



Benvenuti al mio blog! ROCK'N'ROLL!!!